mercoledì 25 novembre 2015

Riforma dei Municipi di Genova. Ri-Forma che è anche Ri-Sostanza.


Quest'oggi presenterò in Commissione I (prima) del Municipio Medioponente due mozioni.

La prima più generale su una riforma di tipo istituzionale dei Municipi genovesi.
La potete leggere qui.

La seconda invece specifica sulla riforma del sistema elettorale dei Municipi.
La potete leggere qui.
Volendo ho anche preparato delle slide esplicativ-divulgative che potete vedere qui.

Sono molto più di semplici proposte di Riforma, come detto, sono sostanza!

Sono due mozioni separate, ma collegate. La prima è soprattutto di metodo, chiedendo a gran voce che i Municipi vengano riformati, altrimenti è meglio chiuderli, dando nuove competenze e che questo cambiamento sia guidato dal basso, non da qualche ufficio senza consenso politico.

Per dimostrare che questa riforma si può fare e che i Municipi sono pronti ad avanzare idee, e non solo mugugni, si propone come riformare l'attuale sistema elettorale, "il colabrodum", perché fa acqua da tutte le parti. L'attuale sistema piega le istituzioni ai Partiti e agli accordi, col rischio di rendere i Municipi, istituzione più prossima, ingovernabile e schizzofrenica.

Nel concreto si chiede che vengano date ai Municipi le competenze già previste dallo Statuto del Comune di Genova, ma che non sono in grado di svolgere per mancanza di fondi.
Per esempio rafforzare le aree tecniche, che quando si rompe una finestra in una scuola o in un asilo è un dramma capire chi riesce e deve ripararla.
Per esempio, vista la mancanza cronica di risorse, fare un regolamento comunale del volontariato, chiaro e semplice, che consenta ai cittadini di aiutare i Municipi in opere di piccola manuntenzione, cosa spesso difficile da portare avanti per problemi burocratici. Nel Medioponente lo abbiamo provato per la pulizia dei rivi, tema fondamentale.

Chiediamo poi che il sistema elettorale sia uno strumento di democrazia e non di spartizione del potere (per cui provate a leggere e non a sbuffare pensando che sia solo politichese) quindi si propone:
- possibilità di voto a tutti gli immigrati con permesso di soggiorno, e possibilità di voto per i sedicenni.
- Doppia preferenza che sia uomo/donna, come è già ora per i Comuni, perché non c'è migliore cambiamento di quello di una onda rosa nelle istituzioni!
- Elezione diretta del Presidente di Municipio, com'è adesso per Sindaco e Presidente di Regione (quindi con voto disgiunto, ma in questo caso con schede separate).
- Premio di maggioranza che tenga conto dell'affluenza, perché va bene governare, ma qualcuno si deve pur rappresentare!
- Introduzione di un limite di mandati non solo per il Presidente, ma anche per i Consiglieri. Tre mandati e poi ci sono tanti giovani attivi nei quartieri che possono dare il loro contributo.
- Diminuzione dei Consigli municipali da 24 a 19 membri, in linea con le diminuzione avvenute per i Comuni.
- Basta coi ribaltoni! Possibilità di sfiduciare il Presidente solo e soltanto se si ha un nome alternativo, invece di fare i congressi di Partito nei Consigli sulle spalle dei cittadini.
E molto altro ancora più in dettaglio che potete vedere nel testo integrale.

Ritengo che sia un tema fondamentale, da cui dipenda il futuro della città.
Alle scorse elezioni, del 2012, per i Municipi e il Comune di Genova ci son state due novità fondamentali: una maggioranza in Comune trainata dalla "sinistra arancione" e i tanti giovani nei Municipi, premiati da molte preferenze, portatori di una forte carica innovatrice.
Io penso che questi giovani siano stati o cooptati o isolati (per quanto mi riguarda hanno provato a cooptarmi e infine isolato) e che la "sinistra arancione" almeno a Genova stia faticando di fronte alla sfida del governo.
Molto è dovuto ad errori delle sinistre e dei giovani, ma il vero limite è la macchina del Comune, anche quella istituzionale.
Per cui riformarla è una questione di sostanza, non fuffa!

Disponibile ad ogni tipo di confronto sul tema, di chiarimento e aggiornamento.

Grazie se avete letto fino a qua!

Alberto Spatola, il Consigliere del Medioponente


mercoledì 4 novembre 2015

Giovani e Genova. Non chiedeteci di restare, andate voi in soffitta.

Ieri su Primocanale si chiedeva ai giovani di non scappare da Genova, ma di cambiarla.
Insomma di votarsi ad una causa persa, sacrificando se stessi in una città bella, ma...
Perché adesso questa chiamata, sempre solo quando si balla sul baratro dell'emergenza, reagendo così in modo scomposto, spingendoci ancora un po' più giù, Perché?
Ai giornalsti piacerà il pathos, la storia, la lotta, ma questa città chiede di non essere svegliata, vuole i giovani per pulire le cantine per la prossima possibile alluvione, ma se i primi e i secondi erano "angeli del fango", i prossimi saranno simbolo di disperazione di una città immobile che vede il futuro come un fastidio, il presente come uno ostacolo, il passato come rifugio.
Questo non vuol dire darsi al disimpegno e girare le spalle alla nostra città, ma essere realisti, e non chiedere ai giovani genovesi di spendersi per cause superiori destinate a bruciare le speranze e le vite.
Smettiamola di fare appelli vuoti, generazionali, che nascono dall'inconscia voglia di scaricare le colpe su chi se ne va, ma presentiamo progetti e idee per Genova che possano impegnare i nostri tempi liberi, unire utile e dilettevole.
Perché salvare Genova deve essere un passatempo, non di più, non un "lavoro" visto che dopo poco questa città ti metterà in cassa integrazione, licenzia.
E se vogliamo trovare un nemico per ragioni sceniche, teatrali, non ammoniamo chi se n'è andato da Genova e l'Italia o sta per farlo, ma quel tappo, quella crosta, peggio della macaia, che copre Genova, fatta di vecchi dinosauri, ma non solo, e se non vogliamo mandarli in cantina, che è allagabile, mandiamoli in soffitta.

Alberto Spatola