lunedì 5 dicembre 2016

Come mi diverto a prevedere le elezioni e perché non ho capito niente di 'sto referendum

Come faccio le mie previsioni elettorali... In sintesi parto dai sondaggi e ci aggiungo un po' di fantasia.
Ci sono diversi elementi per cui i sondaggi a volte non ci azzecano: i voti all'ultimo minuto, la "timidezza" ad esprimere il proprio voto, campagne elettorali brillanti o particolarmente scadenti, e nel caso italiano il voto di scambio e gli italiani all'estero.
Capire come tutti questi elementi si allineano fa parte della fantasia personale che ci metto.
I sondaggisti sono pienamente consapevoli di tutto ciò e per quanto possibile "ritoccano" i loro numeri, ma sempre dai dati devono partire, io vado appunto di fantasia, ma cercando di rimanere comunque legato ad elementi oggettivi, per cui difficilmente mi avventuro in previsioni molto al di là dei margini di errore statistici.
Per esempio...
Trump.
Guardando i sondaggi si vedeva uno scarto tra i sondaggi effettuati con operatore fisico e quelli con voce pre-registrata o via internet, nel secondo caso Trump guadagnava l'1,5% in più. Una enormità che se si considerava come termometro politico, trasformava tutti gli Stati in bilico in Stati alla portata di Trump. Ma questa timidezza nel dire che si sarebbe votato Trump si poteva far più sentire ancor di più nel MidWest (Detroit etc...) dove erano tradizionalmente democratici e quindi votare Trump era meglio farlo in silenzio. Se quindi si guardava alla forbice statistica Trump per un pelo poteva strappare il numero di delegati necessari per vincere. Io ho scommesso su questo perché c'erano anche molti altri segnali in questo senso. Poiché, in sintesi, Trump è memetico, è un personaggio e si parlava solo di lui.
Hillary ha portato avanti un messaggio vincente e ha parlato della sua America solo e soltanto durante la Convention Democratica, che è stata un capolavoro, prima e dopo invece attaccava Trump in maniera scomposta e infiammando solo un microtarget di femministe cittadine. Mentre Trump impazzava tra la sua larga constituency di maschi bianchi non laureati.
Ma arriviamo alla prima scottatura nel far previsioni che ho preso in questo 2016: il Referendum Costituzionale del 4 Dicembre.
Anche qui in sintesi, è l'unica elezione che mi son messo a prevedere per cui ho anche votato, quindi l'essere elettore ha fottuto il mio voler far analisi.
Avevo colto che nella mia sfera, i giovani e a Genova, il NO sarebbe andato assai bene e la sensazione era sostenuta da molti dati. Credevo però di essere immerso nella punta dell'iceberg del NO e che il resto del paese si sarebbe fatto condizionare all'ultimo minuto da altri elementi.
Dall'effetto Brexit.
No, no, non intendo la paura di cataclismi. 'Ste cose le lascio a Benigni. Intendo che il fronte del RemaIN nel Regno Unito ha scontato non avere una strategia comune ed essere rappresentato da un fronte variegato. Lo stesso era per il NO.
Come ho detto a Genova e tra i giovani lo scontro era PD-M5S, ma altrove pensavo si fosse imposto lo schema Renzi contro l'accozzaglia politica.
Invece in maniera sotteranea la rabbia sociale si è trasformata in votiamo NO e "Renzi a casa". Una roba un po' fuori tema per un Referendum Costituzionale, che era prevedibile se si fosse registrata nei sondaggi l'alta affluenza che ci è stata. Ma non è vi è stato sentore, così ho capito di aver "ceffato" la previsione nel tardo pomeriggio di Domenica, quando si è colto una affluenza da elezioni politiche. E a quel punto era chiaro il risultato perché "è più credibile un mega fanculo a Renzi che una mega cessione di sovranità per far argine ai mostri che possono sorgere col NO" (il virgolettato è un messaggio che ho mandato a diversi amici ad ora di cena per dire che il NO stava vincendo a mio parere).
Altri dettagli mi hanno fatto propendere per una vittoria del SI, per esempio di questi tempi fa brutto dire che si sta col governo, quindi col SI, lo dici se mai silenziosamente nell'urna. Ma invece in questi tempi di polarizzazione i Renzi-boys erano tutti allo scoperto e molti silenziosamente nel centrosinistra hanno anteposto la Costituzione al Governo e il M5S ha confermato, nonostante faccia campagne elettorali di scarsa qualità se pur coccolose (e.g. leggasi Dibba in moto), di avere una cosa fichissima: l'egemonia culturale.
Ma in mezzo a molte reazioni post-referendum scomposte, piene di insulti per l'altra parte, vorrei far emergere due elementi che la politica non dovrebbe mai perdere di vista.
Un aspetto molto serio, a cui nessuna formazione da risposta, al massimo un po' di sfogo, cioè il disagio sociale. Disagio che è evidente ed è stato ben fotografato da YouTrend che sottolinea come "Nei 100 comuni italiani con più disoccupati ha vinto il NO con il 65,8%, nei 100 con meno disoccupati ha vinto il SÌ con il 59%."
E poi un aspetto più di folklore e colore ...smettiamola (a partire da me stesso) di dire che in Italia ci sono i moderati. "L'elettorato non è moderato, è smodato (...)" (mettete il video in loop, così ce lo fissiamo bene in testa).


P.S.: Sembra, a mio parere, che Mattarella stia conducendo bene questa crisi di Governo, quindi forse non si è azzardato troppo votando NO.
Ma vedremo che ci riserva il futuro. Io confermo il mio augurio subito dopo aver votato.
" Comunque vada, domani si spera di vedere entrambe le bandiere sventolare #EU #Italia #HoVotato "
 

giovedì 1 dicembre 2016

Quel poco che so di questo Referendum Costituzionale

Se vi aspettate una dichiariazione di voto vi sbagliate di grosso.
Ieri Romano Prodi ha sentito il "dovere" di rendere pubblico il proprio voto al referendum. Io ritengo invece che in questo momento politico si abbia il dovere di non lasciarsi trascinare in una lotta assurda tra parti senza prospettive.
Ultimamente vedo in maniera critica gli accesi anni Berlusconiani.
Quegli anni erano Guerra Civile fredda intorno ad una persona, nessuna proposta, nessun sogno, solo bava alla bocca, e in mezzo il Cavaliere che godeva dei riflettori che gli davano la vittoria. Ma almeno alla prossima generazione potrò dire di essere stato anti-Berlusconiano, e in mezzo a quell' "anti" ho fatto crescere a spintoni una mia cultura politica personale.
Ma oggi cari amici del SI, cari amici del NO, contro cosa vi battete? Quale cultura politica state coltivando?
Vi costruite nemici immaginari per giustificare la vostra esistenza. E ormai non c'è più alcuna cultura in questa politica.
Non c'è cultura politica in questa riforma costituzionale che modifica Parlamento e rapporto Stato-Regioni senza bussola o visione alcuna.
Si va verso un centralismo estremo per amore di austerità e di potere, non perché si è veramente consapevoli di quale Italia si voglia. Forse accidentalmente si otterrà maggiore chiarezza amministrativa, cioè si saprà meglio "chi fa cosa", ma non è detto "che chi deve fare, sia in grado di fare".
Si scopiazzano "i Senati" Europei, fondamentalmente quello Francese e quello Tedesco, facendo nascere un incrocio Renano. Un risultato che supera il bicameralismo paritario, e quindi il casino politico di quest'ultimo decennio. Ma probabilmente apre le porte ad altre incomprensioni.
E sia ben chiaro, quello che dice Berlusconi, che il Senato sarà per lungo tempo appannaggio del PD e alleati, è verissimo. A me come elemento "argine" può far anche piacere, ma non è così che si fa una riforma della Costituzione.
Dal punto di vista "tecnico" la riforma secondo me è una delusione, nata da un parlamento deludente, che tenta dei passi in avanti, insieme a qualche accenno interessante come le nuove soglie referendarie, la rappresentanza di genere e il tetto agli stipendi dei Consiglieri regionali.
Il nodo del referendum è però anche politico.
La mia generazione voterà NO.
Principalmente perché viviamo in una bolla social-mediatica per cui questo è un referendum Renzi-Di Battista, PD-M5S.
Ed è quindi l'opportunità di passare da una illusione di avere rappresentanza politica ad un'altra.
Dalla "rottamazione" all' "uscire a veder le stelle".
Invidio i miei coetanei che voteranno NO con questa speranza, la speranza di aprire una fase politica nuova.
Io, traviato da 8 anni di militanza politica, ho meno speranze e più preoccupazioni.
La mia principale preoccupazione non è aprire nuove fasi politiche nazionali, ma chiudere quella attuale, per aprirne una europea.
Chiudere quindi questa transizione post-berlusconiana, con governi "tecnici" che ingrassano il malcontento, e la politica che vivacchia evitando responsabilità e progetti.
Berlusconi nel 2011 ci ha lasciato con le pezze ai pantaloni, e il mondo anti-berlusconiano è stato incapace ad offrire una alternativa. PD prima di tutti.
Vanno chiuse quindi le ferite di quell'epoca e va creata una classe politica che sappia unire su delle idee invece che dividere su dei falsi miti.
Penso che questa mia preoccupazione, che prende la forma di un augurio, possa essere condivisa da molti.
Se per chiudere la fase politica attuale si debba votare SI oppure NO, lo lascio decidere a voi.
Io se voto è solo perché sarò fortuitamente a Genova, a Sestri Ponente, la sera del 4 Dicembre.
Di certo però non bisogna schierarsi in questa melma chiamata Referendum.
Se proprio qualcuno ha voglia di sporcarsi lo faccia con stile. Sottolinei gli aspetti positivi della propria scelta, invece che insultare gli altri. Inviti al dialogo e non alla distruzione dell'avversario.
Io preferisco prenderla come un gioco, in maniera distaccata e scientifica analizzare i sondaggi, le campagne elettorali, il messaggio che portano e come lo sviluppano.
Così, come se fosse un gioco, una partita da vedere nella gradinata dei distinti, faccio la mia scommessa.
Dopo aver previsto con precisione al punto percentuale i secondi turno di Giugno 2016, dopo essermi mangiato le mani per non aver osato nel prevedere la Brexit, che davo per certa fino a metà Giugno, dopo aver ripetuto da Maggio che avrebbe vinto Trump (a onor del vero lo credevo vincente sui voti popolari e leggermente sopra sui "grandi elettori")...
Per il Referendum Costituzionale del 4 Dicembre azzardo una vittoria del SI del 52,52%.
Toccando tutto il ferro possibile, perché quelle sono elezioni serie, non le nostre farse italiane, scommetto anche sulla vittoria di Van Der Bellen (candidato dei Verdi, contro il candidato di estrema destra) alle Presidenziali Austriache del 4 Dicembre, stessa nostra data.
Tra le Alpi si gioca il futuro dell'Europa perché il candidato di estrema destra propone un referendum sullo stile Brittanico. Come può l'UE reggere l'eventuale uscita di Vienna che è nel cuore del continente e adotta l'Euro, dopo l'uscita di Londra che è periferica e non è mai stata nell'Eurozona?
Spero quindi di portare fortuna ai miei amici in Austria. Per il resto poco importa.
La politica italiana offre piccole preoccupazioni e speranza alcuna.
Questo è il poco che so.

Alberto Spatola