Molti pensano che la cementificazione sia un fenomeno tipico del boom economico e che adesso le nuove costruzioni siano rare e soprattutto rispettose dell'ambiente ed offrano servizi ai cittadini.
Nulla di più sbagliato, oltre che per l'abusivismo edilizio e per le grandi opere inutili, il cemento viene usato per la costruzione di centri commerciali e supermercati, tutto ciò a danno di ambienti che per motivi legati alla sorte sembravano indenni dalla follia edilizia.
Concentriamoci solamente sui centri commerciali e i supermercati, riflettendo sul loro impatto ambientale in generale, prendiamo ad esempio la Fiumara.
La Fiumara si situa vicino alla foce del Polcevera dove si pensa di fare un'oasi naturale e se su una sponda si butta giù l'italsider sull'altra si è costruito un cubo di cemento "ciuccia-energia" compromettendo in parte il progetto.
L'oasi non si riuscirà a fare, forse, però almeno con i centri commerciali si creano servizi, si dà l'opportunità a più gente di andare a comprare, direbbe qualcuno; ma costui, a cui mi rivolgo personalmente, cercando di stanargli l'intelligenza dalla testa o da qualunque altra parte, non sa come gli risponderò, perché è impensabile immaginare la Fiumara come luogo di servizi, vicino alla gente e alle sue richieste: i centri commerciali sfruttano la gente distraendola e consumandola seguendo la logica "panem et circenses".
In questo caso l'esempio della Fiumara è eclatante, infatti dove ora sorge il complesso commerciale si doveva costruire l'ormai famoso ospedale del ponente, l'ospedale che non c'è. Invece per strane alchimie l'ospedale non c'è ancora, mentre la Fiumara è lì che attira i consumisti più incalliti.
Altro mito da sfatare è la maggior vicinanza ai cittadini che possono trovare nel centro commerciale di tutto a pochi passi da casa: i centri commerciali costringono il consumatore all'uso dell'auto, e invece di comprare sotto casa, senza inquinare, ingorgare le strade e occupare posteggi, spende più del bisogno, perché nella quantità si perde il senso della misura.
Stesso discorso per i supermercati che, mettendo goloserie di ogni tipo vicino a prodotti come pane e pasta inducono a spendere, sfruttando le debolezze umane. Ma il sistema dei supermercati ha solo bisogno di una regolata, mentre i centri commerciali sono inutili, anzi dannosi.
Una regolata come? I supermercati, in molti casi, vendono anche prodotti biologici, ma mettendoli vicino ad altri, non biologici, fanno sì che chi compra guardi il prezzo e non la qualità. Questo è un male, perché l'Italia non ha altra strada se non investire su prodotti di alta qualità che risaltino i valori e le virtù del territorio, che siano biologici e prodotti da aziende eco-solidali, la cosiddetta soft economy, perciò si dovrebbero creare luoghi in cui concentrare le vendite di prodotti biologici, mentre la vendita degli altri beni alimentari bisognerebbe avvantaggiarla con maggior capillarità.
Questi sono bellissimi progetti, ma i supermercati e i centri commerciali fanno risparmiare alle famiglie, ed è per questo che vengono costruiti, è normale che un tipo di economia lasci il posto ad un'altra, è segno di modernità, direbbe qualcuno, ma oltre al semplice paragone tra il prezzo di un prodotto biologico e di uno che non lo è, costui non sa andare, perché, torno a ripetere, i supermercati inducono a spendere più del necessario. Oltretutto i supermercati sprecano tantissimo. Infatti molti prodotti invenduti fanno la brutta fine di andare in discarica. Vi dico di più si è creato persino un movimento di gente che si dà appuntamento su internet vicino ai cassonetti dei grandi grandi mercati e trovano chili di roba in ottimo stato da mangiare e loro, coerentemente, la mangiano. In ultima battuta rispondo alle obiezioni di prima dicendo che la soft economy non è un ritorno al passato, ma è un nuovo tipo di economia, e sarebbe un bel di modernità se questo modello economico prendesse piede.
Mi scuso con voi lettori, ma vorrei fare un piccolo salto ritornando alla Fiumara, perché c'è anche da sottolineare che coloro che ora comprano in questo centro commerciale non sono usciti dal nulla: era gente che prima comprava, spendeva in altri posti, in altri supermercati, vedeva film in altri cinema, dove? Per quanto ci riguarda principalmente a Sestri, infatti per molto tempo la vecchia via Garibaldi è rimasta "azzoppata" sotto i colpi della Fiumara ed è soltanto da poco che è riuscita a rissolevarsi, divenendo l'anti-Fiumara per eccellenza, anche grazie all'apertura di nuovi negozi e del cinema Verdi, ritornando così quel salone allungato che attraversa "la nostra città", in cui ogni Sestrese, e non, si sente a casa. Pur rimanendo il fastidio dello slalom tra gente imbambolata davanti alle vetrine durante il Sabato pomeriggio, via Sestri non è il mondo della Fiumara che ha fatto dei soldi un dio dimenticandosi che siamo nati cacciatori e non si può cambiare la nostra natura.
Alberto Spatola
A proposito di questo argomento vi consiglio il libro soft economy delle edizioni BUR.
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