Il rapporto con il denaro, e in generale con l'economia, ha condizionato il cristianesimo sin dalla sua nascita.
Nella mangiatoia di Betlemme, con i doni dei pastori e dei re magi; con la cacciata dei mercanti dal tempio, con la nascita delle prime comunità cristiane, nei conventi, con le spedizioni crociate, infine con le indulgenze e via via sino ad arrivare ai nostri giorni.
Da questo breve elenco già si capisce come, nel corso di 2000 anni, questo rapporto tra denaro e cristianesimo sia mutato a volte a favore di un cristianesimo delle origini e altre in cui mammona, la voglia di ricchezza, ha avuto il sopravvento sulla solidarietà.
Quel che però in 2000 anni non è mai capitato è fare i conti con una economia in grado di divorare un intero pianeta a suon di inquinamento e creare disuguaglianze globali. A differenza di quando si è colonizzata l'America latina la Chiesa non è più in grado di condizionare la società come quando evangelizzava gli indios affiancando le violenze dei conquistadores.
Le sfide che si presentano adesso sono diverse e per superarle serve lo sforzo dell'intera società, non basta più quindi il semplice interesse della comunità cattolica: le povertà si nascondono nelle periferie delle città, in piccole aziende che falliscono, nelle favelas del mondo, in contadini indiani che devono lottare contro le multinazionali, le quali sottraggono loro l'acqua e coltivano prodotti geneticamente modificati, nei villaggi africani sfiancati dalle guerre e dall'occidente, che costruisce dighe per energia elettrica sottraendola all'irrigazione.
Finché la nostra mentalità sarà oscurata dal nero del petrolio, non riusciremo di certo a cambiare questo stato di cose, che rischia di soffocare l'intero pianeta con i suoi miliardi di abitanti. Non sarà probabilmente una nuova stella cometa a farci capire quale strada bisogna intraprendere per poter uscire da questo vicolo cieco, sarà invece la scienza dei re magi e la semplicità dei pastori che ci farà riscoprire il piacere di donare anziché produrre a scapito del prossimo.
Nella mangiatoia di Betlemme, con i doni dei pastori e dei re magi; con la cacciata dei mercanti dal tempio, con la nascita delle prime comunità cristiane, nei conventi, con le spedizioni crociate, infine con le indulgenze e via via sino ad arrivare ai nostri giorni.
Da questo breve elenco già si capisce come, nel corso di 2000 anni, questo rapporto tra denaro e cristianesimo sia mutato a volte a favore di un cristianesimo delle origini e altre in cui mammona, la voglia di ricchezza, ha avuto il sopravvento sulla solidarietà.
Quel che però in 2000 anni non è mai capitato è fare i conti con una economia in grado di divorare un intero pianeta a suon di inquinamento e creare disuguaglianze globali. A differenza di quando si è colonizzata l'America latina la Chiesa non è più in grado di condizionare la società come quando evangelizzava gli indios affiancando le violenze dei conquistadores.
Le sfide che si presentano adesso sono diverse e per superarle serve lo sforzo dell'intera società, non basta più quindi il semplice interesse della comunità cattolica: le povertà si nascondono nelle periferie delle città, in piccole aziende che falliscono, nelle favelas del mondo, in contadini indiani che devono lottare contro le multinazionali, le quali sottraggono loro l'acqua e coltivano prodotti geneticamente modificati, nei villaggi africani sfiancati dalle guerre e dall'occidente, che costruisce dighe per energia elettrica sottraendola all'irrigazione.
Finché la nostra mentalità sarà oscurata dal nero del petrolio, non riusciremo di certo a cambiare questo stato di cose, che rischia di soffocare l'intero pianeta con i suoi miliardi di abitanti. Non sarà probabilmente una nuova stella cometa a farci capire quale strada bisogna intraprendere per poter uscire da questo vicolo cieco, sarà invece la scienza dei re magi e la semplicità dei pastori che ci farà riscoprire il piacere di donare anziché produrre a scapito del prossimo.
Alberto Spatola
Nessun commento:
Posta un commento