Dalla rubrica "Audio a 12 stelle" da Bruxelles sul Black History Month nel corso della Puntata 3 del Podcast "Europa in Onda".
Link al podcast: https://anchor.fm/europa-in-onda
Link al canale YouTube: http://tiny.cc/5rwltz
English translation to follow.
Noi federalisti ci interroghiamo sul futuro dell’Europa guardando alle sue istituzioni, ai politici e alle decisioni.
Ma qui a Bruxelles possiamo guardare alle istituzioni europee in relazione alle persone, al dove, al luogo in cui sorgono.
Spesso
chiamiamo Quartiere Europeo l’area del Parlamento, Consiglio,
Commissione come se siano sorti in un vuoto temporale e spaziale e nulla
ci fosse prima. Ma in realtà “Quartiere Europeo” è una dicitura
informale, sulle mappe l’area delle istituzioni è “Leopold Quarter”.
Le
fondamenta delle istituzioni poggiano quindi, letteralmente su terra
che prende il nome dalla casa reale Belga: se Leopold I, in quanto primo
Re del paese, si focalizzò su questioni interne al paese, suo figlio
Leopold II fece quanto a fine Ottocento era più di moda tra i potenti
europei dell’epoca.
Colonizzare.
E così colonizzò come
nessun’altro mai fece. L’attuale Repubblica Democratica del Congo
divenne per decenni sua proprietà privata personale e lui Re assoluto.
Qui fondano le radici delle istituzioni europee.
Molti,
in Belgio, a discolpa del Re citano il fatto che non mise mai piede in
Congo, ed è quindi ingiusto accostare i milioni di congolesi uccisi alla
corona Belga.
Però a funzionari, militari e missionari in Congo,
Leopold II, nelle sue lettere, scriveva “non avete alcuna missione
civilizzatrice o di cristianizzazione. Non è quello il vostro obiettivo.
Il vostro fine è usare ogni possibile metodo per far sì che i neri del
posto non si rendano conto delle ricchezze che stanno sotto i loro
piedi. Devono essere quieti e sottomessi mentre prendiamo le loro
risorse”.
Ogni possibile metodo.
Uno di questi, il più usato, fu il mozzamento delle mani.
Al minimo cenno di ribellione o più semplice stanchezza veniva mozzata una mano.
Cercate le foto.
Qui fondano le radici delle istituzioni europee.
Nel
corso di quest’ultimo anno ho vissuto e lavorato presso l’Erasmus
Student Network, e siamo soliti dire che quando usciamo dalla casa
dell’associazione per andare nel nostro ufficio, prendiamo la metro in
direzione Erasmus per poi scendere alla fermata Schuman a pochi metri
dal Consiglio e dalla Commissione Europea.
Tutto vero.
Ma questa storia la possiamo raccontare diversamente.
In
ESN prendiamo la metro alla fermata Petillon, Maggiore dell’esercito di
Leopold II che per anni terrorizzò il cosiddetto Congo Belga per conto
del Re, e andiamo al Quartier Leopold.
E quei pochi minuti di metro
rendono chiara la connessione tra la storia dei monarchi del Belgio e la
colonizzazione dell'Africa.
Altrettanto chiaro dev’essere dove sono le radici delle istituzioni dell’Unione Europea.
Perciò,
quando ci interroghiamo sul futuro dell’Europa, e guardiamo alle sue
istituzioni, chiediamoci anche come, da queste radici, possiamo offrire a
questa e alle prossime generazioni fiori frutti migliori.
Non basta
costruire un’Europa unita, ma dobbiamo lottare perché l’Europa riconosca
appieno il suo passato, trovi il suo posto nel mondo, e sia per tutti
il sogno inclusivo di pace che da decenni è per molti europei.
Da Bruxelles, buon #BlackHistoryMonth
[EN]
Us,
European federalists, we often wonder about the future of Europe while
we look at the EU institutions, the politicians and the decisions they
make.
But here in Bruxelles, we can look at the EU institutions in connection to the people and place in which they are.
We
often call “European quarter” the Parliament, Council, and Commission
area as they stand in a temporal and spatial vacuum and nothing was
there before. But, actually “European quarter” is the informal name, on
the maps, the EU institutions area is “Leopold Quarter”.
Hence, the
foundations of the EU institutions literally stand on land named after
the Belgian royal family: if Leopold I, as the first King of the
country, mostly focused on internal issues, his son Leopold II did what
at the end of the XIX century was in fashion among the powerful in
Europe.
Colonise.
And so, Leopold II colonised as anyone never
did. The current Democratic Republic of Congo became his private
property for decades, and he was absolute King of it.
Here the roots of the EU institutions are based.
In
Belgium, many say exculpatory about Leopold II that he never set foot
in Congo. Therefore, it is unfair to put the millions of Congolese
killed and the Belgian Crown side by side.
However, to the officials,
soldiers and missionaries in Congo, Leopold II, in his letters, wrote
“you have no civilising or Christian mission, this is not your goal.
Your aim is to use every possible method so that the local blacks won’t
understand the prosperity under their feet. They have to be quiet and
submissive while we take their resources.”
Every possible method.
One of them, the most used, was the hand-cutting.
At the minimum sign of rebellion, or just tiredness a hand was cut.
You can search for the photos.
Here the roots of the EU institutions are based.
During
this last year, I lived and worked at the Erasmus Student Network. We
usually say that when we leave the NGO home going to our office, we
catch the metro towards the Erasmus terminus, and then we leave at
Schuman station, a few meters away from the Council and the European
Commission.
It is all true.
But we can tell this fact from a different angle.
In
ESN we catch the metro at the Petillon metro station, Major of Leopold
II army, that for years terrorised the so-called Belgian Congo in the
name of the King, and then we go to the Quartier Leopold.
And those few minutes of subway clarify the connection between the Belgian royal family and the colonisation of Africa.
Likewise, it is clear where the roots of the EU institutions are based.
Therefore,
when we wonder about the future of Europe, and we look at the EU
institutions, we should also ask how, from these roots, we can let bloom
better fruits and flowers, for this and next generations.
It is not
enough to build a united Europe. We have to fight so that Europe
recognises its past fully, finds its place in the world and becomes for
everyone the inclusive dream of peace from decades is for most
Europeans.
From Bruxelles, let’s celebrate the #BlackHistoryMonth
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