martedì 4 dicembre 2007

Fioroni mi consenta

Qualche giorno fa quasi tutti gli studenti hanno aderito allo sciopero contro “le rimandature”, cioè contro il ddl Fioroni che reintroduce appunto le rimandature e abbiamo avuto modo di notare la snobistica ignoranza dei secchioni che si chiedevano se il prossimo sciopero sarà per avere le caramelle, inoltre abbiamo sentito la facile goliardia di chi alle manifestazioni sa solo citare le performance della madre del ministro infine la demenza di chi ha usato una manifestazione per fare gesti di ordinario teppismo.
Penso che molti ‘68tini riderebbero di noi.
Di sicuro è stata una occasione persa per iniziare una serie di lotte che doveva far capir al governo che è arrivato il momento di smettere con questa politica ambidestra, o conservatrice di sinistra, visto che non solo per la scuola, ma anche in politica giudiziaria si sta facendo né più né meno di quello che faceva el Berluska.
Questa mia ultima affermazione può sembrare una sempliciotta denigrazione del governo, ma credo di poterla motivare e ribadendo ciò che ho detto in questi giorni ai miei amici, cioè che dietro a questa riforma c’è la logica del manganello.
¿ Chi ci guadagna da questa riforma?: I professori che non devono far corsi di recupero e prove durante l’anno ma soltanto qualche ora dopo la scuola perché intanto il 31 d’Agosto se ne lavano le mani.
Ma non tutti i prof ci guadagnano completamente, perché con questa riforma si crea una spaccatura ancora maggiore tra Licei, sempre più ancorati al loro immobilismo, e i Tecnici, professionali, ex magistrali che diverranno un melting pot dove andrà a finire di tutto, in cui poche teste piene e professori capaci saranno dei frustrati a vita o per cinque anni.
Molti ribatterebbero a queste mie supposizioni che non ci sarà un aumento dei bocciati, visto che l’Europa continuamente bacchetta l’Italia per un’altissima dispersione scolastica e che, quindi, il ministero ha concepito la rimandature solo per porre fine alla pagliacciata dei debiti. D’accordo, i debiti sono una pagliacciata (ma non una banalità, ne sto vivendo uno sulla mia pelle), ma il ministero com’è che avrebbe concepito la riforma?! Mi vorrete dire che quel pallone gonfiato di Fioroni, politico che non sa nulla della scuola, scout, democristiano di vecchio corso ha la capacità di fare una riforma che unisca rigore e minore dispersione scolastica???
Questa riforma è stata concepita solo per creare un po’ di consenso tra gli insegnanti, che votano, e non di certo tra gli alunni, che non votano, e intanto darebbero la colpa del loro andamento scolastico solo a quella T… della prof e a quel b… del prof o a quella C… di scuola!
Di certo le bocciature aumenteranno, perché i prof con le rimandature avrebbero maggiori possibilità di accanimento nei confronti degli alunni, e di voglia di accanirsi tra i prof ce n’è tanta. Certo c’è anche tanto buonismo gratuito, ma quello, debiti o rimandature, sempre gli stessi mezzi ha.
A questo punto il fantasma che è di fronte a me e che in tutti i modi sta cercando di pormi interrogativi alla convinta avversità al ddl Fioroni mi dice che, però, se c’è maggior rigore all’università, ci andrà meno gente e la laurea varrà qualcosa, non come ora che la ottengono “cani e porci”.
E tutti gli altri che non superano “le selezioni”? A spalare M…? O più semplicemente a fare lavori precari o a delinquere aspettando il primo indulto che passa, senza possibilità di saltare su un altro scalino sociale?
A queste mie obbiezioni il fantasma non sa che dire, scuote la testa e mi risponde dicendo che la mia capa è piena di cretinate ideologiche e dal punto di vista dello Stato, con la “S” maiuscola, è proprio di rigore che c’è bisogno nella scuola italiana.
Ok! Accetto la provocazione e mi immedesimo nello Stato, con la “S” maiuscola … Un attimo che non è semplice … Ecco fatto!
Per prima cosa io, Stato, di certo non voglio un maggior numero di delinquenti e quindi desidererei una scuola che integri, oppure che omologhi, ma ho la consapevolezza che non tutti sono omologabili, perciò, chi è omologato che resti omologato e chi non lo è, che venga integrato il meglio possibile. ¿ Chi è che deve essere integrato?
Per primi coloro che per situazioni sociali, familiari, culturali (quelli che Sarkozy chiamerebbe feccia) vivono la scuola come un peso inutile: per gente che non ha grandi obiettivi è molto meglio offrire una scuola che dia prima una cultura basilare e dopo mirate conoscenze per entrare nel mondo del lavoro, per produrre P.I.L. per me, lo Stato. E se questa integrazione non avviene è inutile trasformare la scuola in un carcere minorile, è molto meglio creare strutture apposite per la questione.
Altra categoria da integrare sono gli “indomabili”, coloro che hanno interessi solo su certe materie. Di certo il sistema delle rimandature non li integra. In questo caso io, Stato, vedrei bene un sistema scolastico all’anglosassone leggermente italianizzato. Cioè? Molto semplice, prima una scuola obbligatoria che dia una cultura basilare mentre negli ultimi anni, pur con alcune materie fondamentali obbligatorie, l’alunno dovrebbe avere la possibilità di scegliere quali e quante materie fare, per quelle fondamentali, poi, dovrebbe poter comunque scegliere quante ore farne, tenendo conto che in totale dovrà seguire circa 30ore. Dopo, a 14-15 anni, ci sarà il Liceo, in cui lo studente sceglierà in piena libertà che materie fare, sia pratiche che teoriche, per prepararsi già al lavoro o all’università.
Dopo questa mia illustrazione di cosa farei se fossi lo Stato, il fantasma mi guarda un po’ e mi chiede come mai tutta questa settorialità nella mia fantomatica scuola, gli rispondo che a me, per produrre P.I.L., non serve a niente un geometra che sa l’Iliade e uno scrittore che sa l’algebra: a me serve che producano.
Il fantasma mi chiede di togliermi il vestito dello Stato e di ritornare me stesso, ecco fatto! A quel punto mi domanda se anche io Alberto farei la stessa cosa che farebbe Io Stato per la scuola, gli rispondo con due lettere: SI! Sentito quel Sì con far deciso, come se fosse stato il finale dell’inno di Mameli, il fantasma si allontana, non capisco se l’ho convinto o se rinuncia a pormi altri interrogativi. Guardo quella sedia di fronte a me, vuota, senza nessuno che mi contraddice, e incomincio a fantasticare su una scuola che non c’è, però se volete fermare i miei sogni fatelo pure, c’è sempre una sedia libera per diventare fantasmi. Io la mia l’ho detta.
Alberto Spatola

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