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martedì 17 settembre 2013

Non basta un retweet, #precariato

Articolo con cui non si sarà sempre pienamente d'accordo, ma che ha il raro dono di far pensare e riflettere.

Alberto Spatola, il Consigliere

domenica 4 dicembre 2011

Mettendo a posto la camera...

Mettendo a posto la camera ho trovato una "lettera" scritta per una assemblea d'istituto al liceo Gobetti di circa un anno fa, la pubblico tardivamente volentieri:
Caro Babbo Gobetti,
non ti chiamiamo così per un'eccessiva ironia studentesca, ma perché ci riconosciamo in te come fossi un babbo, un padre. Come un padre che è da esempio, un padre come punto di riferimento, un modello.
In questa giornata, da un'Italia per certi aspetti simile a quella che tu hai vissuto, ti scriviamo non per richiedere doni, ma per esprimere, sfogare, esternare la nostra impazienza e così, in un rito collettivo, squarciamo il velo d'ipocrisia che avvolge la scuola.
Tu, babbo Gobetti, che hai saputo rinunciare a cariche offerte perché mettevi la cultura personale al primo posto, tu che hai saputo essere uno studente modello, ma in modo critico, sei il paradigma di come dovrebbe essere la classe studentesca, la nostra generazione quest'oggi, in quest'epoca: nonostante l'apparente gracilità e debolezza, sei stato, e noi vorremmo essere, un faro di cambiamento e, perché no, di ribellione, in un paese addormentato, che al tuo tempo declinò in un sonno ventennale, mentre noi lo vorremmo tener desto; ed è per questo che ti spieghiamo il perché del nostro prostestare."

Alberto Spatola

giovedì 10 gennaio 2008

Riot

Vi sembrerà una piccola stranezza, ciò che qui si propone, ma ha una sua logica che si spiega.
La scuola e il suo sistema sopravvive grazie a qualche contentino dato ogni tanto per tenere in vita il gregge di studenti. Cosa si intende per contentini? Si intende la ricreazione, le gite scolastiche, l’autogestione, etc… Tutto questo perché ce lo concedono, perché? Soltanto per farci tenere gli occhi aperti nella seconda ora sperando nel suono della campana, Soltanto per farci credere che fra qualche giorno si respira un po’ di pilu nella gita e nell’autogestione, e pensando a questi contentini si resta nei banchi senza nuocere all’ordine.
E Noi ovviamente stiamo al gioco, bruciamo le nostre capacità in cose inutili che ci propinano nella “nostra” scuola rimanendo inerti sulle sedie di compensato. Ora forse nel leggere queste righe qualcuno di voi ha pensato di reagire chiedendo ancor più contentini. Invece no, facciamo saltare il sistema non andando più alle gite e usiamo veramente le autogestioni per discutere e non soltanto per saltare la lezione e vedere i fianchi di una ragazza, (per carità è giusto ammirare la bellezza, ma si intendeva prima la tipica morbosità di chi sta sempre in gabbia, come gli studenti) e a ricreazione stiamocene nei banchi, non facciamoci imbambolare da questi regalucci che ci logorano soltanto.
Alberto Spatola

martedì 4 dicembre 2007

Fioroni mi consenta

Qualche giorno fa quasi tutti gli studenti hanno aderito allo sciopero contro “le rimandature”, cioè contro il ddl Fioroni che reintroduce appunto le rimandature e abbiamo avuto modo di notare la snobistica ignoranza dei secchioni che si chiedevano se il prossimo sciopero sarà per avere le caramelle, inoltre abbiamo sentito la facile goliardia di chi alle manifestazioni sa solo citare le performance della madre del ministro infine la demenza di chi ha usato una manifestazione per fare gesti di ordinario teppismo.
Penso che molti ‘68tini riderebbero di noi.
Di sicuro è stata una occasione persa per iniziare una serie di lotte che doveva far capir al governo che è arrivato il momento di smettere con questa politica ambidestra, o conservatrice di sinistra, visto che non solo per la scuola, ma anche in politica giudiziaria si sta facendo né più né meno di quello che faceva el Berluska.
Questa mia ultima affermazione può sembrare una sempliciotta denigrazione del governo, ma credo di poterla motivare e ribadendo ciò che ho detto in questi giorni ai miei amici, cioè che dietro a questa riforma c’è la logica del manganello.
¿ Chi ci guadagna da questa riforma?: I professori che non devono far corsi di recupero e prove durante l’anno ma soltanto qualche ora dopo la scuola perché intanto il 31 d’Agosto se ne lavano le mani.
Ma non tutti i prof ci guadagnano completamente, perché con questa riforma si crea una spaccatura ancora maggiore tra Licei, sempre più ancorati al loro immobilismo, e i Tecnici, professionali, ex magistrali che diverranno un melting pot dove andrà a finire di tutto, in cui poche teste piene e professori capaci saranno dei frustrati a vita o per cinque anni.
Molti ribatterebbero a queste mie supposizioni che non ci sarà un aumento dei bocciati, visto che l’Europa continuamente bacchetta l’Italia per un’altissima dispersione scolastica e che, quindi, il ministero ha concepito la rimandature solo per porre fine alla pagliacciata dei debiti. D’accordo, i debiti sono una pagliacciata (ma non una banalità, ne sto vivendo uno sulla mia pelle), ma il ministero com’è che avrebbe concepito la riforma?! Mi vorrete dire che quel pallone gonfiato di Fioroni, politico che non sa nulla della scuola, scout, democristiano di vecchio corso ha la capacità di fare una riforma che unisca rigore e minore dispersione scolastica???
Questa riforma è stata concepita solo per creare un po’ di consenso tra gli insegnanti, che votano, e non di certo tra gli alunni, che non votano, e intanto darebbero la colpa del loro andamento scolastico solo a quella T… della prof e a quel b… del prof o a quella C… di scuola!
Di certo le bocciature aumenteranno, perché i prof con le rimandature avrebbero maggiori possibilità di accanimento nei confronti degli alunni, e di voglia di accanirsi tra i prof ce n’è tanta. Certo c’è anche tanto buonismo gratuito, ma quello, debiti o rimandature, sempre gli stessi mezzi ha.
A questo punto il fantasma che è di fronte a me e che in tutti i modi sta cercando di pormi interrogativi alla convinta avversità al ddl Fioroni mi dice che, però, se c’è maggior rigore all’università, ci andrà meno gente e la laurea varrà qualcosa, non come ora che la ottengono “cani e porci”.
E tutti gli altri che non superano “le selezioni”? A spalare M…? O più semplicemente a fare lavori precari o a delinquere aspettando il primo indulto che passa, senza possibilità di saltare su un altro scalino sociale?
A queste mie obbiezioni il fantasma non sa che dire, scuote la testa e mi risponde dicendo che la mia capa è piena di cretinate ideologiche e dal punto di vista dello Stato, con la “S” maiuscola, è proprio di rigore che c’è bisogno nella scuola italiana.
Ok! Accetto la provocazione e mi immedesimo nello Stato, con la “S” maiuscola … Un attimo che non è semplice … Ecco fatto!
Per prima cosa io, Stato, di certo non voglio un maggior numero di delinquenti e quindi desidererei una scuola che integri, oppure che omologhi, ma ho la consapevolezza che non tutti sono omologabili, perciò, chi è omologato che resti omologato e chi non lo è, che venga integrato il meglio possibile. ¿ Chi è che deve essere integrato?
Per primi coloro che per situazioni sociali, familiari, culturali (quelli che Sarkozy chiamerebbe feccia) vivono la scuola come un peso inutile: per gente che non ha grandi obiettivi è molto meglio offrire una scuola che dia prima una cultura basilare e dopo mirate conoscenze per entrare nel mondo del lavoro, per produrre P.I.L. per me, lo Stato. E se questa integrazione non avviene è inutile trasformare la scuola in un carcere minorile, è molto meglio creare strutture apposite per la questione.
Altra categoria da integrare sono gli “indomabili”, coloro che hanno interessi solo su certe materie. Di certo il sistema delle rimandature non li integra. In questo caso io, Stato, vedrei bene un sistema scolastico all’anglosassone leggermente italianizzato. Cioè? Molto semplice, prima una scuola obbligatoria che dia una cultura basilare mentre negli ultimi anni, pur con alcune materie fondamentali obbligatorie, l’alunno dovrebbe avere la possibilità di scegliere quali e quante materie fare, per quelle fondamentali, poi, dovrebbe poter comunque scegliere quante ore farne, tenendo conto che in totale dovrà seguire circa 30ore. Dopo, a 14-15 anni, ci sarà il Liceo, in cui lo studente sceglierà in piena libertà che materie fare, sia pratiche che teoriche, per prepararsi già al lavoro o all’università.
Dopo questa mia illustrazione di cosa farei se fossi lo Stato, il fantasma mi guarda un po’ e mi chiede come mai tutta questa settorialità nella mia fantomatica scuola, gli rispondo che a me, per produrre P.I.L., non serve a niente un geometra che sa l’Iliade e uno scrittore che sa l’algebra: a me serve che producano.
Il fantasma mi chiede di togliermi il vestito dello Stato e di ritornare me stesso, ecco fatto! A quel punto mi domanda se anche io Alberto farei la stessa cosa che farebbe Io Stato per la scuola, gli rispondo con due lettere: SI! Sentito quel Sì con far deciso, come se fosse stato il finale dell’inno di Mameli, il fantasma si allontana, non capisco se l’ho convinto o se rinuncia a pormi altri interrogativi. Guardo quella sedia di fronte a me, vuota, senza nessuno che mi contraddice, e incomincio a fantasticare su una scuola che non c’è, però se volete fermare i miei sogni fatelo pure, c’è sempre una sedia libera per diventare fantasmi. Io la mia l’ho detta.
Alberto Spatola