Quando ho deciso di candidarmi e quando ho coinvolto anche altri ragazzi nell’avventura delle primarie, mi sono chiesto quale dovesse essere la funzione, il senso di una Giovanile. Ci dicono che siamo il futuro, che il partito investe e spera su di noi, ma, a mio parere, non sono chiare le idee su quale dev’essere il ruolo della Giovanile. La mia opinione è che, così com’è, con tutto il rispetto, non serve.
Quel che bisogna fare è mettere in rete tutte queste realtà, puntare sui futuri circoli dei Giovani Democratici, che non dovranno essere club di due amici, o semi-sezioni fantasma, fatte in fretta e furia, ma Circoli legati alle sezioni territoriali di riferimento, cioè ogni circolo Giovanile dev'essere collegato, interagire e lavorare, insieme ad uno o più Circoli territoriali. Questa è la mia idea di giovanile.
Per me, e spero anche per voi, la giovanile deve saper scendere dalle stanze ed essere tra i ragazzi del proprio quartiere, sui luoghi di lavoro, tra i precari, nelle scuole, nelle università … sul territorio!
Serve una giovanile analfabeta, uso questo termine citando Don Ciotti che così si è espresso intervenendo alla fondazione di Libera Liguria. Intendo dire che non bisogna mai sentirsi arrivati, si deve aver sempre la voglia di crescere, di conoscere, di imparare e riflettere. Non sono le facili certezze che ci devono far da guida, ma l’umile, critica, onesta volontà di cambiare la politica. E allora il nostro simbolo non può essere un punto esclamativo, piuttosto un punto di domanda, a significare i dubbi dei giovani verso la politica, a cui noi democratici abbiamo il dovere di rispondere con metodi nuovi ed onesti. No, quindi al punto esclamativo, se significa qualcosa di diverso dal cambiamento. (pausa) E per far si che la nostra giovanile sia realmente analfabeta, deve aver l'umiltà d'essere tra la gente, sul territorio.
Lo so, ho usato il termine territorio molte volte, ma ritengo che il concetto non sia mai abbastanza ribadito. E per questo una delle battaglie che porterò avanti negli organismi della Giovanile, oltre all’imprescindibile rispetto delle regole, sarà la centralità dei... territori. E la mia attività, che umilmente chiamo politica, più che nei tortuosi corridoi della Federazione, sarà nel mio circolo, nelle Feste del Partito, in una parola sola la mia attività sarà sul territorio!
Per mettere in rete le varie realtà territoriali, servirebbe un Partito Democratico orizzontale che abbia organismi di coordinamento dei vari circoli e sappia metterli in diretto e autonomo contatto tra di loro; servirebbe un partito i cui militanti non siano solo benzina, ma motore! Un Partito che sappia integrare i circoli e le loro istanze senza il bisogno di inutili, anzi dannosi, verticismi! In un partito orizzontale, anche i giovani troverebbero direttamente il loro luogo di espressione. In questo contesto, i giovani non sarebbero qualcosa di “aggiunto” o di “collaterale” al Partito e allora, una giovanile non servirebbe.
Ma se una giovanile si deve fare, i suoi dirigenti non devono esser scelti per quanto son “politici”, ma per quanto siano in grado di rappresentare i Giovani nel Partito: servono dirigenti indipendenti, capaci di metter da parte la loro carriera personale e che sappiano farsi spazio all'interno del “Partito” per inserire giovani negli organi del P.D., e perché no, anzi soprattutto, nelle istituzioni; insomma, un dirigente della giovanile deve saper dire dei NO; i “vertici” della giovanile devono saper fare da amplificatore dei giovani e non esserne la sordina. Io mi auguro che la futura dirigenza, sia locale che nazionale, sappia essere amplificatore e non sordina. Ma in ogni caso si sappia: (pausa) la nostra tromba continuerà a suonare!
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