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mercoledì 3 ottobre 2018

Cosa imparare dall'arresto del Sindaco di Riace

Mimmo Lucano, Sindaco di Riace (Calabria)
Andare oltre i titoli di giornali e le narrative contrapposte.
Con l'arresto di un simbolo dell'accoglienza i fari sono puntati sulla gestione della immigrazione, sulla frattura nell'opinione pubblica, piuttosto che su ciò che è realmente accaduto.
Andando quindi oltre i titoli, i tweet compiaciuti degli stronzisti e la solidarietà a priori, emerge che il meccanismo dell'accoglienza che si è creato a Riace non è sotto attacco, anzi in precedenti indagini si sottolinea come sia un modello di rilevanza internazionale, nonostante alcune leggerezze nel seguire le regole.
I motivi dell'arresto, sono dovuti ad assegnazioni del sistema dei rifiuti del Comune avvenute in maniera irregolare e di aver arrangiato matrimoni tra italiani e cittadine straniere che rischiavano di non poter più risiedere in Italia.
E queste accuse sono da confermare, si è proceduto all'arresto perché se confermate si ritiene che Mimmo Lucano da Sindaco possa continuare a commettere atti illeciti.

Quando si parla di politica si citano solo uomini forti, uomini soli al comando, e ci dimentichiamo degli uomini (e donne) lasciati soli: i Sindaci, gli amministratori locali.
Non voglio creare una categoria di puri, perché la politica locale è ben lontana dalla santità. Ma l'amministrazione locale è spesso il primo passo per chi vuole fare politica e presenta più difficoltà che le prove di Ercole.
La vicenda dell'arresto di Mimmo Lucano conferma come la politica non sia un facile cammino, dove anche gli ideali più belli e la volontà più tenace si scontrano con uno Stato disfunzionale, la mancanza di supporto di una rete, di una comunità e di quanto sia necessario studio e conoscenza se si vuole cambiare il mondo, anche un paese montuoso di pochi abitanti.
Tutto questo manca, e a colmare questo vuoto ci sono persone coraggiose come Mimmo Lucano e tanti altri Sindaci e amministratori locali, ma purtroppo sempre più spesso invece di ideali ci sono interessi, invece di studio e preparazione, c'è improvissazione e dilettantismo, invece di uno Stato che funziona ci sono tagli e meccanismi senza senso, invece di visione e concretezza, vuota propaganda.

Servono comunità.
La politica è sempre più attenta a creare divisioni per individuare il proprio clan e ci si abbassa per parlarci in maniera indistinta. Si propongo politiche e soluzioni sempre più individuali non per risolvere i problemi di una comunità, ma per creare un senso di dipendenza tra il politico e chi vive in solitudine il proprio problema.
Questa però non è politica, è speculazione sul consenso, roba da avventurieri della cosa pubblica. Roba da Rocco Casalino, e la sua voglia di ferragosto mentre Genova crolla.
Il caso di Riace ci insegna invece quanto sia difficile, ma possibile e necessario far rinascere un paese, investire nelle comunità, con dei progetti chiari, dei valori condivisi e delle persone vere che ci si dedichino.

Per non arrestare il futuro (che è più importante delle persone).
Non va accettato che la battaglia sia tra un senso comune dell'ordine, se pur disumano, e una accoglienza senza regole, fatta con bontà, ma che porta confusione.
Difendere Mimmo Lucano a prescindere, lasciando intendere che sia necessario non rispettare le regole per fare accoglienza, isola ancora di più chi sostiene una società empatica, aperta.
L'unica cosa che si ottiene e che chi giustamente vuole legalità riempa le fila degli stronzisti anche se condivide i valori di solidarietà di Riace.
Abbandoniamo l'uso frenetico dei Social Network, le fondazioni e le chiaccherate nei propri orticelli e bolle. Facciamo formazione.
Sono solito usare l'aggettivo ottocentesco in termini negativi, ma ritroviamo lo spirito delle Università Popolari, le biblioteche nelle sezioni, ritroviamo quello spirito ottocentesco per cui la politica è questione di popolo ed è modo per imparare tutti assieme come migliorare la società. Servono sicuramente strumenti nuovi per far ciò, ma le esperienze non mancano, serve che se ne abbia consapevolezza della necessità e si inizi a remare in questa direzione.
Perché abbiamo un disperato bisogno di classe dirigente.
Il caso di Riace ci insegna quindi quanto serva una nuova politica, e che possiamo fare tutte le manifestazioni di solidarietà che vogliamo per Mimmo Lucano, ma un solo Sindaco, non basta.
Serve una politica che si renda conto che è possibile gestire la cosa pubblica in maniera diversa, ci sono le persone pronte a farlo, ci sono le idee e le comunità pronte ad abbracciare le novità pur di rinascere.
Serve quindi una nuova politica che guardi alle comunità del nostro paese per ascoltarle, capirle, investendoci con un piano che non abbia paura di essere coraggioso.
Come a Riace.

P.S.: Per approffondire il caso Riace.
"Migranti e integrazione: il modello Riace che fa scuola all'estero e l'arresto del Sindaco", Valigia Blu;
"Pro-refugee Italian mayor arrested for 'aiding illegal immigration'",
The Guardian.

Alberto Spatola

lunedì 29 maggio 2017

Diario della campagna, pagina 1

Ormai sono settimane che ho in bozza questa prima pagina di una avventura che mi sta togliendo il sonno. Ma finalmente tolgo un'oretta al letto per riflettere su questa campagna elettorale intensa.
Come vado dicendo in giro questa corsa la sto vivendo con spirito zen, ma nonostante gli unici momenti di vera ansia siano stati quelli prima della presentazione delle liste, in mezzo a mille fogli, ora mi ritrovo a voler raccontare un mese di vita, anziché un racconto del giorno per giorno o quasi, come un diario serio vorrebbe.
Faccio quindi un po' un ritratto di queste settimane, un ritratto a pennellate ampie e leggere, con la leggerezza di uno spazio personale, il mio blog, dove so di poter trascendere da certe logiche comunicative che ormai ho nel DNA dopo anni di politica e anche di studi universitari.
Di campagne elettorali ne ho fatte tante e quello che rimane sempre più vivo è il rapporto intenso che si crea con le persone con cui si collabora e con cui ci si interfaccia.
Anche quelle che già conoscevi mostrano una nuova sfaccettatura, e tassello dopo tassello arrivi a comporre un mosaico vivido della tua comunità. In questo caso della mia città: Genova.
Genova More Than This, recita lo slogan acchiappa turisti che troneggia a pochi passi dalla fontana a De Ferrari, ma quella frase, quell'hastag, è soprattutto un monito a noi genovesi che dobbiamo essere spronati a non considerarci mai arrivati nel percorso di conoscenza della nostra città... dico questo perché la politica è una cosa bella, nonostante dicano e urlino il contrario, la politica, fatta con passione e dedizione per il prossimo, e il bene comune, è un mezzo straordinario per avvicinarsi ai tanti pezzi del proprio paese. E io sto aggiungendo tantissime sfumature alla mia idea di Genova nel corso di questa campagna.
Motivo per cui spero di poter aggiornare questo diario di frequente, parlando dei posti, delle persone e delle occasioni che mi stanno facendo godere questa opportunità appieno.
Vi parlerò dei tanti candidati che per i Municipi si stanno mettendo al servizio dei loro quartieri.
Vi parlerò dello spirito civico che sta attraversando il centrosinistra e che Crivello incarna appieno, spirito civico che sta facendo impazzire molti politicanti capaci solo di giochini sconnessi dal mondo reale.
Vi parlerò dei dibattiti tra candidati Sindaco a cui sono già andato e a cui andrò in rappresentanza di Crivello.
Vi parlerò dei ragazzi super professionali che mi stanno dando una mano, di Furkan che bisogna scrivergli di notte perché è più facile trovarlo sveglio visto il Ramadam, dei super pazienti Fratelli Pirisi che in cuor loro vorrebbe maledire ogni mia occhiata fuori telecamera e quel loro trepiedi mai abbastanza alto.
Vi parlerò di Genova insomma, perché deve essere al primo posto... è per Genova che siamo al lavoro.

Alberto Spatola

venerdì 10 febbraio 2017

La Le Pen e gli Europei (e perché l'Italia rovinerà quasi tutto).

http://tiny.cc/l9u4iy
La Le Pen è la punta di diamante dell'estrema destra europea e sconfiggerla fra meno di un centinaio di giorni non sarà semplice, nemmeno con Macron (quasi impossibile con Fillon).
Ma non deve stupirci la sua ascesa, lei vuole negare la doppia cittadinanza a chi gli pare e piace, così come i "rispettabili" democristiani bavaresi che tengono in ostaggio la Merkel su questo e altri temi.
Dov'è invece l'alternativa?
Una forza politica che sappia superare gabbie nazionali e identitarie per creare un mondo più pacifico, in grado di comprendersi.
Dov'è la proposta per un mondo e una Europa più giusta, una Europa di diritti e opportunità?
Costruiamola!
Non bastano le testimonianze, le bolle in cui viviamo, e i piccoli esempi che "si può fare", bisogna avere il coraggio di andare "al potere", come ripete ossessivamente Sadiq Khan, Sindaco di Londra, ad una leadership dei Labour senza colonna vertebrale.
La mia generazione, i cosidetti Millenials, schifano il voto, le elezioni, e così sono inifluenti nella politica, se pur dotati di grandi strumenti tecnologici e culturali. Ma non è disinteresse per la cosa pubblica.
Per coinvolgerci serve una forza politica che sappia interpretare questa esigenza e trasformare una elezione in azione.
Ci sono diversi segnali nazionali che qualcosa sta nascendo.
In Francia l'ascesa di Macron non è solo un dignitoso argine alla cultura lepenista, ma anche solo elettoralmente ha un suo senso e rappresenta uno schema che in Austria si è visto essere valido (l'aperto contro il chiuso, il verde contro il nero, i ponti contro il muro).
In Spagna è in corso il Congresso della forza politica più interessante a livello europeo, Podemos, in cui almeno il 39% ha votato per uscire dalla fase "adolescenziale" del Partito votando la mozione Íñigo Errejón, non abbastanza, ma il segno che c'è voglia di passare dalla mera opposizione alla proposta di Governo. Comunque la si pensi, un confronto culturale e politico avvincente.
Se pur guardare all'Italia mi getta nella disperazione, il dibattito nella Sinistra è sulla stessa d'onda, ma non ne uscirà nulla di buono lo stesso, perché troppo concentrati a guardare alle differenze saremo solo in grado di rovinare ciò che di buono può nascere in Europa.
Eppure non ci vorrebbe molto a capire che la voglia di battersi per un Effetto a Parma e a Genova, le divisioni in Sinistra Italiana che potrebbero isolare l'idiozia nazionalista e anti-€uro di Fassina, la voglia di Pisapia di condizionare il Partito di governo, il fiore che può nascere nel marasma del PD, e la Costituente delle Idee che sta portando avanti Possibile con Civati, sono tutte espressioni della stessa necessità di non cedere il nostro tempo alla paura e alla nostalgia del demagogo più cinico.
Ma in Italia non lo si capirà, per cui dovremo presto smettere di inseguire i diversi "segnali nazionali" e costruire una risposta Europea.
Questa sarebbe l'ora per gli Europei!

Alberto Spatola

giovedì 1 dicembre 2016

Quel poco che so di questo Referendum Costituzionale

Se vi aspettate una dichiariazione di voto vi sbagliate di grosso.
Ieri Romano Prodi ha sentito il "dovere" di rendere pubblico il proprio voto al referendum. Io ritengo invece che in questo momento politico si abbia il dovere di non lasciarsi trascinare in una lotta assurda tra parti senza prospettive.
Ultimamente vedo in maniera critica gli accesi anni Berlusconiani.
Quegli anni erano Guerra Civile fredda intorno ad una persona, nessuna proposta, nessun sogno, solo bava alla bocca, e in mezzo il Cavaliere che godeva dei riflettori che gli davano la vittoria. Ma almeno alla prossima generazione potrò dire di essere stato anti-Berlusconiano, e in mezzo a quell' "anti" ho fatto crescere a spintoni una mia cultura politica personale.
Ma oggi cari amici del SI, cari amici del NO, contro cosa vi battete? Quale cultura politica state coltivando?
Vi costruite nemici immaginari per giustificare la vostra esistenza. E ormai non c'è più alcuna cultura in questa politica.
Non c'è cultura politica in questa riforma costituzionale che modifica Parlamento e rapporto Stato-Regioni senza bussola o visione alcuna.
Si va verso un centralismo estremo per amore di austerità e di potere, non perché si è veramente consapevoli di quale Italia si voglia. Forse accidentalmente si otterrà maggiore chiarezza amministrativa, cioè si saprà meglio "chi fa cosa", ma non è detto "che chi deve fare, sia in grado di fare".
Si scopiazzano "i Senati" Europei, fondamentalmente quello Francese e quello Tedesco, facendo nascere un incrocio Renano. Un risultato che supera il bicameralismo paritario, e quindi il casino politico di quest'ultimo decennio. Ma probabilmente apre le porte ad altre incomprensioni.
E sia ben chiaro, quello che dice Berlusconi, che il Senato sarà per lungo tempo appannaggio del PD e alleati, è verissimo. A me come elemento "argine" può far anche piacere, ma non è così che si fa una riforma della Costituzione.
Dal punto di vista "tecnico" la riforma secondo me è una delusione, nata da un parlamento deludente, che tenta dei passi in avanti, insieme a qualche accenno interessante come le nuove soglie referendarie, la rappresentanza di genere e il tetto agli stipendi dei Consiglieri regionali.
Il nodo del referendum è però anche politico.
La mia generazione voterà NO.
Principalmente perché viviamo in una bolla social-mediatica per cui questo è un referendum Renzi-Di Battista, PD-M5S.
Ed è quindi l'opportunità di passare da una illusione di avere rappresentanza politica ad un'altra.
Dalla "rottamazione" all' "uscire a veder le stelle".
Invidio i miei coetanei che voteranno NO con questa speranza, la speranza di aprire una fase politica nuova.
Io, traviato da 8 anni di militanza politica, ho meno speranze e più preoccupazioni.
La mia principale preoccupazione non è aprire nuove fasi politiche nazionali, ma chiudere quella attuale, per aprirne una europea.
Chiudere quindi questa transizione post-berlusconiana, con governi "tecnici" che ingrassano il malcontento, e la politica che vivacchia evitando responsabilità e progetti.
Berlusconi nel 2011 ci ha lasciato con le pezze ai pantaloni, e il mondo anti-berlusconiano è stato incapace ad offrire una alternativa. PD prima di tutti.
Vanno chiuse quindi le ferite di quell'epoca e va creata una classe politica che sappia unire su delle idee invece che dividere su dei falsi miti.
Penso che questa mia preoccupazione, che prende la forma di un augurio, possa essere condivisa da molti.
Se per chiudere la fase politica attuale si debba votare SI oppure NO, lo lascio decidere a voi.
Io se voto è solo perché sarò fortuitamente a Genova, a Sestri Ponente, la sera del 4 Dicembre.
Di certo però non bisogna schierarsi in questa melma chiamata Referendum.
Se proprio qualcuno ha voglia di sporcarsi lo faccia con stile. Sottolinei gli aspetti positivi della propria scelta, invece che insultare gli altri. Inviti al dialogo e non alla distruzione dell'avversario.
Io preferisco prenderla come un gioco, in maniera distaccata e scientifica analizzare i sondaggi, le campagne elettorali, il messaggio che portano e come lo sviluppano.
Così, come se fosse un gioco, una partita da vedere nella gradinata dei distinti, faccio la mia scommessa.
Dopo aver previsto con precisione al punto percentuale i secondi turno di Giugno 2016, dopo essermi mangiato le mani per non aver osato nel prevedere la Brexit, che davo per certa fino a metà Giugno, dopo aver ripetuto da Maggio che avrebbe vinto Trump (a onor del vero lo credevo vincente sui voti popolari e leggermente sopra sui "grandi elettori")...
Per il Referendum Costituzionale del 4 Dicembre azzardo una vittoria del SI del 52,52%.
Toccando tutto il ferro possibile, perché quelle sono elezioni serie, non le nostre farse italiane, scommetto anche sulla vittoria di Van Der Bellen (candidato dei Verdi, contro il candidato di estrema destra) alle Presidenziali Austriache del 4 Dicembre, stessa nostra data.
Tra le Alpi si gioca il futuro dell'Europa perché il candidato di estrema destra propone un referendum sullo stile Brittanico. Come può l'UE reggere l'eventuale uscita di Vienna che è nel cuore del continente e adotta l'Euro, dopo l'uscita di Londra che è periferica e non è mai stata nell'Eurozona?
Spero quindi di portare fortuna ai miei amici in Austria. Per il resto poco importa.
La politica italiana offre piccole preoccupazioni e speranza alcuna.
Questo è il poco che so.

Alberto Spatola

lunedì 20 giugno 2016

Della Comunicazione politica e questi ballottaggi

Mia previsione nel pomeriggio, h 15,57 del 19/6
Riflessione a caldo per la comunicazione politica.
Non servono tanto le cose chic, fatte bene, serve più istinto, e capacità di osare, anche con ben poca raffinatezza. Ma l'importante è avere un messaggio chiaro, netto e coerente (mi piacerebbe dire anche un programma, ma è vero solo a volte).
Vuoi candidarti perché di una parte, per marcare il territorio, stai pure a casa, non ti filerà nessuno.
In mezzo a tante inquietudini questa può essere una buona notizia.
Insomma è la democrazia, bellezza.
P.S.: Nella foto un mio pronostico nel pomeriggio del voto, alcuni amici dicono che porti sfiga.

Alberto Spatola

mercoledì 16 marzo 2016

Aggiornamenti su la Riforma dei Municipi

La petizione non va a meraviglia, mentre il questionario, nonostante i numeri ridotti, da risultati interessanti che presto renderò pubblici (potete ancora firmare e compilare).

E il dibattito cittadino sul tema prosegue, in maniera trasversale.
Oggi alle ore 18 sarò presente alla Prima Commissione del Municipio MedioLevante (Foce, Albaro, San Martino, etcc...) per illustrare la proposta.
Giovedì sera alle ore 21 presenterò l'idea dal Circolo PD Quinto-Nervi alla presenza dei militanti e di tre Presidenti di Municipio.
Domenica 20 alle ore 17 sarò invitato all'iniziativa "Non sono uno struzzo" del Comitato di Possibile "La Rosa Bianca" presso i Giardini Luzzati.
E anche altri incontri non pubblici che testimoniano l'interesse che sta suscitando.

Quindi ora?
Ora serve continuare a spingere sulla petizione che automaticamente manda email e chiama alle sue responsabilità i vertici dell'amministrazione genovese, come ha ben descritto Genova24, inoltre la discussione sta facendo breccia anche a livello di Commissione del Consiglio comunale, ma con soluzioni troppo timide.
Quindi tutto bene, ma si può e si deve far di meglio!

Alberto Spatola, il Consigliere

P.S.: Mi hanno fatto una video-intervista "Così vorrei cambiare i Municipi", lascio a voi giudicare il risultato ;)

martedì 20 ottobre 2015

Sono un abusivo, dimissioni dal Partito.

Questa la lettera che ho oggi presentato in Assemblea PD Genova:
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Sono un abusivo.
Sono un abusivo perché ormai senza casa politica, di fronte agli sconvolgimenti delle ultime regionali ho detto che i dubbi sono il metro del mio pensiero.
Poi ho iniziato a far chiarezza cogliendo l'opportunità di una distanza voluta e ora ricercata.
E mi è chiaro come il PD sia un Partito ormai perso e che a sinistra non sta nascendo nulla di utile, quindi, come avrei voluto fare durante la campagna elettorale, è arrivato il momento che mi dimetta da organi che sto occupando abusivamente essendo ormai senza casa politica e avendo preso una decisione chiara col voto di Maggio: non aderire ad altri soggetti, ma scegliere liberamente, senza appartenenze.
Mi sono illuso che questa mia voglia di libertà potesse essere contagiosa e facesse nascere una rete di indipendenti di centrosinistra che anteponessero Genova ai giochi di palazzo, alle sigle.
La città declinante prima del palazzo marcio, sarebbe arrivato il momento di pensare a Genova, Ora Genova, ma siamo invece sempre più condannati alla dittatura del presente, alla mancanza di prospettiva, sempre più intenti a costruire carriere e accordi, invece che popolo e idee.

Per cui formalizzo le mie dimissioni dalle Assemblee provinciali e regionali del PD di Genova e Liguria, le mie dimissioni dal direttivo del Circolo PD di Sestri Ponente e comunico che non rinnovo la tessera dell'anno 2015.
Rendo noto il fatto, per iscritto, al Segretario, del territorio di Genova, Alessandro Terrile.
Chiedo che comunichi, a chi di dovere, per quanto compete l'assemblea regionale e il direttivo del PD di Sestri Ponente, mettendo a conoscenza gli iscritti ai Circoli PD di Sestri e Cornigliano.

Da ultimo mi sono definito un "attivista a chiamata" che sogna di mettersi in proprio.
Il mio impegno sarà in questo senso: spendermi per singoli progetti che valgano la pena. L'ultima "chiamata" a cui devo, con piacere, ancora rispondere è quella di 413 cittadini del Medioponente che mi hanno eletto Consigliere di Municipio votando me e il Partito Democratico.

Per questo continuerò a svolgere il mio compito di Consigliere nelle file del gruppo del Partito Democratico del Medioponente, da indipendente, e continuerò a contribuire economicamente al Partito con la parte di "gettone di presenza in Consiglio" che gli spetta come accordato nel 2012.

Sempre che questo sia accettato, perché come si può capire di fare l'abusivo non ho nessuna intenzione, per cui mi si faccia sapere chiaramente se un battitore libero è sopportato, io non ho remore ad allontarmi ancora un po'.

Questa politica non offre possibilità di cambiamento e azione: è speculazione finanziaria fatta consenso, in cui ognuno mi dice di fare carriera o di provare a cambiare le cose, e quando chiedo come, mi si inizia a parlare di "presidiare il fortino" o di "fare le scarpe" a qualcuno. 
Preferisco rimanere coi piedi per terra, con le mie scarpe e non essere più un abusivo.
Così senza tetto per essere capace di guardare il cielo.
L'ultima volta che l'umanità il cielo lo ha guardato è andata sulla luna.
Quando torneremo a farlo anche noi?
Io ora.

Alberto Spatola

sabato 6 giugno 2015

Scommessa persa, Ora Genova!

Le analisi si sprecano, i litigi da asilo anche, insomma la bruttissima campagna elettorale ligure sta proseguendo sotto nuove forme ancora più acide e sterili dovute al fatto che ormai le urne sono chiuse e la cruda realtà si presenta sotto forma di dati assoluti e percentuali, ma alla fine non è molto diversa da quella che si respira per strada.
Io ho fatto una scommessa, un salto fuori dal cerchio, ho votato Rete a Sinistra, e quella ha perso, non miseramente, ma ha perso.
Non ci voleva un esperto per capirlo, bastava seguire le ultime settimane di campagna, molti come me, di fronte alla sfaldamento generale, si sono rifugiati in un voto personale, ma di progetti politici per la regione non se ne sono visti.
Tutto è stato un enorme concorso di bellezza, un carrozzone di proclami e collocamenti politici nazionali, ha vinto nelle urne quello più aggressivo e unitario, e come al solito ha vinto il “fuori urna”, l'astensionismo, quasi il primo “partito” in assoluto.
Quel che sarebbe servito era un progetto per la Liguria e per il suo capoluogo, Genova.
Perché è il momento di pensare meno alle etichette e più alla città: ora Genova!
C'è un filo rosso nel centrosinistra, anzi un intreccio di diversi colori, fatto di persone che a volte non votano, che restano intorno al PD e alleati se questi sanno produrre qualcosa di nuovo e promettente, come per esempio è apparso Doria nel 2012, ma che se la proposta di centrosinistra non è indipendente dai soliti giochi di potere votano altrove, magari i 5 Stelle, oppure Musso, e se hanno pelo sullo stomaco si rifugiano sempre nel solito voto, tra mille disillusioni e alla ricerca di una buona preferenza da dare. Qualcosa di molto simile a “Fantozzi al voto”.
A questi indipendenti di centrosinistra bisogna dar voce non con una rete di interessi e personalismi, ma con un progetto per Genova!
Indipendenti perché mettiamo la città al primo posto, di centrosinistra perché sappiamo che bisogna uscire fuori da una politica fatta di egoismo, malaffare e concentrata solo sul presente, e invece dobbiamo portare avanti un ABC semplice e chiaro: Ambiente, Benessere e Chiarezza delle regole.
Ambiente perché serve un piano di sicurezza del territorio, non bastano alcune infrastrutture fatte con mille ritardi, ma un forte sostegno al lavoro e a reti d'imprese al fine di investire sul nostro verde in maniera utile a tutta la città e la sua qualità, Benessere perché Genova e la Liguria sono tra le parti d'Italia col peggiore servizio per i pendolari, perché Genova è la città più vecchia d'Italia, ma si continuano a smantellare i servizi alle persone e ogni discorso sul trasporto pubblico locale diventa una trincea tra pubblico e privato, senza accorgersi che abbiamo perdite in società come “Genova parcheggi” che dovrebbero avere insegne d'oro, grazie alle strisce blu e invece hanno i conti in rosso, per cui sarebbe l'ora di riordinare Genova e le sue “partecipate” pensando al servizio e alle persone, Chiarezza delle regole perché non possiamo avere 9 Municipi che servono solo come parafulmine politico e amministrativo per Palazzo Tursi e nessuna chiarezza sul chi ha responsabilità tra uffici e politici, perché è grazie a questa confusione che nasce l'abusivismo, le mafie proliferano e di riflesso fanno breccia le “ruspe leghiste” che colpiscono i deboli (colpevoli e non colpevoli) e fanno finta che le mafie non vi siano (ROMeridionali penseranno), quando invece “basterebbe” chiarezza e rispetto delle regole.
Io voglio portare avanti questo progetto, penso che ora sia il momento per Genova.
L'altra sera in quel di Lubiana durante una cena da me preparata ci siamo confidati tra Erasmus italiani, che ci era venuta voglia di scappare all'estero, ma ora che si avvicina il ritorno a casa, sta salendo la voglia di lottare in Italia.
Lo stesso è per me, e vorrei portare avanti un progetto capace di riportare a Genova ragazzi e ragazze andati via e attirare anche nuovi talenti.
Per cui non mi importa delle possibili epurazioni, assemblee in corso, cantieri per nuove sinistre (come sempre al plurale senza pluralità), quando tornerò troverò il modo di incontrarmi con tutte le persone, gli amici con cui ho condiviso momenti di vita politica e non solo e deciderò come portare avanti al meglio un progetto indipendente di centrosinistra per Genova, perché ora Genova!

Alberto Spatola

domenica 24 maggio 2015

Al voto! Con Luca Pastorino e Marcello Napoli

Luca Pastorino
Più che un voto sarà una zingarata per me.
Verrò giù apposta dalla Slovenia per votare, affitterò una macchina e darò mille passaggi in "bla bla car".
Per cui la domanda è chi me lo fa fare?
Luca Pastorino che è candidato Presidente della Liguria e Marcello Napoli candidato al Consiglio regionale per "Rete a Sinistra" potrei rispondere brevemente, ma c'è di più.
Per la prima volta mi ritrovo a votare al di fuori del recinto democratico.
Per un iscritto da oltre 7 anni e rappresentate nelle istituzioni del PD, da quasi 3, non è cosa semplice e la scelta è ponderata, e ponderato è il fatto di renderlo pubblico.
Penso che due persone come Luca e Marcello meritino il mio pieno sostegno, perché per me politicamente son come un fratello maggiore e uno zio, con cui ho condiviso tante avventure umane e politiche e anche qualche divergenza.
Sono due calciatori, e pur non avendoli mai visti giocare, me li immagino aggueriti, pieni di stile, abilità tattica e con l'incredibile capacità di rassenare il peggior clima da spogliatoio, per cui per me, portiere sgraziato nel calcio a 5 (più facilmente 4) del giovedì sera, sono spesso un modello, quel sorriso, humour e parlata silenziosa, a volte un po' mangiata, che li fa subito essere amici.
Sono poi espressione di "Rete a Sinistra", un laboratorio politico su cui ho dubbi, l'ho visto da vicino e ne conosco i protagonisti, ma che penso meriti più di un voto, insomma una bella scommessa su cui è giusto e doveroso puntare, perché la nostra Liguria ha bisogno di onestà e di un progetto con tutti gli occhi sul territtorio e non soltanto gli accordi di potere, perché il PD, in particolare in Liguria, è sempre più "il potere per il potere".
"Rete a Sinistra" ha saputo mettere in campo molte candidature valide a cui mi dispiace non offrire altrettanto sostegno, ma qualificano un progetto che è di squadra, anzichè la solita guerra tra bande delle preferenze, una battaglia solitamente piena di codici d'onore e sgambetti a cui nel 2012 avevo preso parte con le municipali e che spero di aver portato avanti con lealtà e correttezza.
C'è un capolista, Gianni Pastorino, che si è presentato subito a me con un difetto evidente, essere compagno di classe di mio padre #SiScherza, ma con cui ho avuto modo di parlarci e ho colto una solida preparazione politica e capacità di analisi che, in un mondo sempre più di improvvisati, fanno emozionare.
C'è un Consigliere comunale, Enrico Pignone, con cui condivido l'amore "Borselliniano" per Sestri Ponente ("Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare." P.Borsellino) e che è tra i più efficaci nel spingermi tra le braccia di un nuovo soggetto politico dicendomi che c'è bisogno di gente come me.
E ci sono molti altri in "Rete a Sinistra" che conosco o che conoscerò.
Infine so che alcuni di coloro che mi seguono hanno un certo ritegno nel votare "Rete a Sinistra" per cui avrei altri consigli, ma in ogni caso il mio candidato Presidente è Luca Pastorino.
La "Lista Pastorino" in cui c'è candidato Gianpy Malatesta, un amministratore "pane al pane e vino al vino" che sa appassionarsi come non mai e che sto seguendo da Lubiana sui social network con enorme piacere, perché so quanto sia travolgente.
E poi per chi è ostinato a votare PD il mio parere è che la preferenza sia da dare a Sara Di Paolo, con questa campagna elettorale sta conducendo un "viaggio ligure" alla ricerca di energie da liberare, un messaggio positivo e di speranza, che in un PD ligure ancorato in queste regionali alla logica del "meno peggio" fine a se stessa risulta una vera perla rara.
Marcello Napoli
So che arriveranno le critiche e i veleni da corridoio politico con questa mia dichiarazione di voto, ma la mia è una dichiarazione estremamente personale, di fiducia, fatta col cuore. Perché in sette anni di esperienza politica ho imparato, che di strateghi, di proclami e collocamenti ideologici fini a se stessi non ci si può fidare e spesso offrono profonde delusioni. Io non voglio essere tra chi delude, spero di non starlo facendo adesso e son pronto a discutere e a confrontarmi (ne ho un gran bisogno) con chi volesse.
Grazie e buon voto!

Alberto Spatola

venerdì 8 maggio 2015

Lettera ad una sinistra nascente. -Di proclami mi sono rotto le scatole, voglio una utopia concreta-

Lettera ad una sinistra nascente suona un po' come scarpe rotte eppur bisogno andar.
Ma qui il tema non è se si deve andare, camminare, questo è fuori di dubbio, la questione è verso cosa, visto che di certo non miro alla rossa primavera.
Perché se no è camminare alla ceca, sballotati da avversari abili nel traccheggiare in questa epoca di cambiamenti, invece la sinistra ha bisogno di una "utopia concreta" in grado di farci trovare la strada.
Lei è all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare. [Eduardo Galeano]
Prendendola alla lontana abbiamo bisogno di mettere in soffitta molto del nostro passato e sapere fare una sintesi positiva per il futuro.
Penso che la grande tragedia del secolo scorso sia stata il divorzio tra libertà e giustizia. Una parte del mondo ha sacrificato la libertà in nome della giustizia, e l'altra parte ha fatto l'opposto. [...] Ricucire quel legame rappresenta la grande sfida di questo nuovo secolo. [Eduardo Galeano]
Giustizia e Libertà verrebbe da dire in maniera semplice e nostalgica guardando agli anni '40-'50, guardano a quel secondo dopo guerra, le cui scelte a sinistra, hanno condannato l'Italia all'immaturità politica e non solo. Ma se la sinistra vuole avere un futuro non deve mettersi a rincorrere nè le rosse primavere come vorrebbe qualcuno, nè il Partito d'Azione come vorrei io.
La sfida è più grande delle nostre etichette e ha bisogno di sforzi trasversali, una federazione chiara negli intenti e nei programmi ed elastica nelle categorie, perché non abbiamo bisogno di una nuova gabbia, per alcuni più piccola, per altri più grande, ma di un nuovo campo da arare (verrebbe da dire "da costruire", ma tra i chiari intenti e programmi ci vuole il cemento zero, per cui il campo lo ariamo, anche perché il campo c'è già).
Passando alla pratica dobbiamo già ora chiarire che dobbiamo sconfiggere i crescenti nazionalismi ed egoismi, ponendoci in un ottica europea e quindi interrogarci sulla collocazione in EuroParlamento. Nella GUE -sinistra europea-, per poi chiederci i danni di guerra l'un l'altro? No, grazie. Sembra questione di poco conto, ma SEL si è spaccata anche su questo, al netto dei trasformismi alla Migliore, c'è anche stata una lettera di Fava che solleva molti dubbi ancora attuali, e che posso fare miei nei confronti della "sinistra nascente".
La scelta, per me, non è tra la rassegnazione a una deriva minoritaria in cui non mi riconosco più e l’adesione a un’altra forza politica (il PD ndr): esiste anche il primato della propria coerenza e soprattutto della propria autonomia. Senza alcuna subalternità nei confronti di nessuno. [Claudio Fava]
E a proposito di coerenza ieri Civati citando Piero Gobetti e uscendo dal PD ha detto una cosa ineccepibile.
[...] si può coltivare la coerenza come voleva Gobetti (vero antidoto per lui al potere per il potere), si può banalmente fare quello in cui si crede, che si sente profondamente. [Giuseppe Civati]
E qui si apre un altro tema enorme, molto più vicino a quello che posso far io e a quello che decreterà se la "sinistra nascente" avrà un futuro.
Come evitare che la "sinistra nascente" sia l'ennesima formazione percepita, con gran ragione, come coaugulo di "potere per il potere", per Gobetti, come abbiamo visto, si deve coltivare la coerenza, secondo me non basta.
Ci sono di mezzo due ostacoli, uno è lo studio, la formazione, perché solo una cultura profonda può consentire di coltivare una coerenza sincera e per questo la "sinistra nascente" dovrà afferrare tra le mani meno bandiere e più libri, fare meno petizioni su internet e scaricare più ebook.
L'altro ostacolo sono le persone, gli abitanti della sinistra.
Gli abitanti della sinistra sono divisi in tre categorie a mio parere: gli ideologi, gli strateghi, i costruttori.
Gli ideologi son quelli che aprono per primi il banchetto, che però ha portato un altro compagno, son quelli che parlano più forte e in maniera più radicale, sono i puri che epurano, hanno strani innamoramenti, si dicono da sempre nel movimento, ma hanno provato a candidarsi sempre in liste diverse, qualche volta sono stati eletti e hanno fatto solo del casino.
Gli strateghi son quelli che fanno discorsi vuoti, ma che appaiono pieni di significato, son quelli che hanno la parola d'ordine per far scattare l'applauso quando la riunione va per le lunghe in modo tale che poi in un'altra stanza siano loro a decidere mentre gli ideologici gli danno le pacche sulle spalle, sono quelli che se si aprono un po' scopri che sono più di destra di Renzi, anche, se non soprattutto, nei metodi, e son finiti a sinistra perché isolati e scartati a buon ragione e ora coltivano con morbosità sogni di gloria in partiti piccoli che cercano di ritagliare sulla loro misura, grazie al supporto degli ideologici, che essendo solitamente di età avanzata, riflettono la loro voglia di carriera su questi strateghi.
Se beccate un giovane ideologo è la fine, brucerà tutta la buona militanza intorno a se come un piccolo Stalin di quartiere che gioca alla Siberia, perché solo questo sanno fare giocare, vorrebbero essere degli strateghi, ma sanno fare soltanto sermoni fumosi e polverosi, dopo poco lo capiranno e si metteranno al fianco di uno stratega da pochi soldi divenendo dei lacché bavosi.
Infine i costruttori che sono la maggioranza relativa solitamente, ma devono scontrarsi con l'arroganza degli altri due gruppi e i dubbi dovuti alla volontà di costruire una sinistra di governo pronta ad interrogarsi sul come mettere in pratica i propri principi.
Sono solitamente molto diversi tra loro i costruttori perché sfuggono alle etichette e hanno un background anarchico, pur capendo che il mondo è ben lontano dai sogni libertari e quindi i costruttori soffrono, hanno le facce contrite durante le assemblee e riescono a sorridere grazie ai loro hobbies e guardando alle singole persone.

Se vogliamo dar vita alla "sinistra nascente" dobbiamo aiutare i costruttori ad aver coraggio perché questo è il loro momento. Mettano nel dimenticatoio strateghi e ideologici, solo così potremmo mettere da parte le logiche da sommatoria, stile Sinistra Arcobaleno, e il senso di inutilità che ora la sinistra offre all'elettorato che vede in essa l'ennesima formazione di potere per il potere e molto spesso in preda all'incoerenza.
Tutte quelle citate per me sono precondizioni perché si possa scomettere un cent sulla "sinistra nascente" che se avverranno potrebbero mettermi nelle condizioni di dare il mio contributo.
Altrimenti è meglio studiare aspettando tempi migliori. Perché abbiamo bisogno di nuove proposte, di nuovi programmi, di una nuova "utopia concreta", poi i leader arriveranno, anche in maniera inaspettata come in Viva la libertà -Il trono vuoto-, invece di proclami e di giochi di potere ci siamo rotti le scatole, di fare altre battaglie congressuali, nel cortile dietro casa mi sono rotto le scatole.

Alberto Spatola

mercoledì 6 maggio 2015

Finalmente a casa. (mentre quelle politiche sono in macerie)

Ero sul confine con la Slovenia, dalle parti di Gorizia, e ho inviato l'sms che riporto al Segretario regionale del PD ligure Giovanni Lunardon, a cui avevo confidato il mio malessere nel condividere ruoli di responsabilità nel PD in virtù del mio impegno (se pur da oltre confine) per Luca Pastorino e vista anche la mia "analisi" della situazione del PD attuale.
Poi sono entrato in Slovenia e mi son sentito finalmente a casa.
"Alla fine come avrai saputo ho seguito il tuo consiglio, niente autosospensione dagli organi di Partito in cui sono, visto che ho constatato che è opinione comune che questo sia il momento della guerra tra bande e del fraintendimento, e che quindi un gesto di chiarezza e correttezza non verrebbe capito, e che quindi il valore dell'esempio non sia di casa nel PD.
Questo mi fa pensare che siamo sempre più in un Partito irrecuperabile, ma se ci sarà un spiraglio di ricostruzione voglio esserci, sperando di essere nelle condizioni di poter dare il mio contributo, perché è troppo semplice dirmi che sono una colonna portante del PD locale, che non devo mollare, e poi ritrovarmi senza agibilità politica.
A presto e buona campagna!
PS: a Sestri, come sempre, è già partita la caccia al dissidente da parte dei "tuoi", cioè la parte più retriva del Partito appena un goccio meno banditesca dell'altra.
"
P.P.S.: pubblico l'sms non per volontà di trasparenza morbosa, ma perché credo di aver lì ben sintetizzato la mia relazione col PD.

Alberto Spatola

domenica 26 aprile 2015

Lettera ad un Partito perso

La faccio breve.
Potrei rendere la riflessione molto più profonda, ma è della semplicità che siam voraci.
Il PD era una somma di conservatorismi passati che dovevano produrre il progressismo del futuro, una contraddizione all'apparenza, ma che ha guidato molti, o per lo meno così per me è.
Ora che i conservatorismi passati stanno svanendo la logica si presenta al posto del progetto e così è sempre più concreta la nascita del conservatorismo del presente.
Lo so è ingeneroso semplificare l'incalzante attualità con così poche parole, ma l'intollerabilità sta nelle dinamiche locali del PD, il trasformismo ingenito, l'immoralità e piratismo fatto a cultura politica, la mancanza di riflessione per ottenere la riforma, a volte necessaria, ma mal fatta, spesso inutile, ogni tanto chiara espressione di una politica conservativa e di austerity da periferia dell'impero.
So, come amo dire, che è il governo il metro della politica o, meglio ancora, ma stavolta è Don Milani, bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani. Ma qui, come da 150 anni, si tratta più del solito barcamenarsi, poi per carità si è saputo mettere Berlusconi e alcuni tratti del berlusconismo in soffitta, ma dal cambiare si è lontani.
Penso che il PD di oggi sia più presentabile, ha un suo profilo, ma per quanto camaleontico, "Partito della Nazione", non mi va bene, anche e soprattutto perché manca l'ossigeno per portare avanti idee alternative, come sempre è stato, ma prima c'era la speranza di rottamarli.
Per cui arriva il momento delle scelte, il momento del "che fare?", come ho già scritto.
Non mi metterò certo a firmare manifesti dei dissidenti, perché il voto disgiunto si fa, non si dice, ed ad un certo punto bisogna avere il coraggio di chiedersi se si vuole avere responsabilità in una comunità politica anche coi suoi disvalori oppure no, perché la purezza non c'è e non c'è mai stata.
E il cuore dell'interrogarsi è se il PD è un partito che si è perso, o un partito perso?
Fuori di gioco di parole, il PD è irrecuperabile? Vogliamo far la storia facendogli ritrovare la strada o guardandolo all'orizzonte mentre va alla deriva?
Guardando alla Liguria e guardando a queste ore tutto appare senza speranze, ma dobbiamo saper uscire dalla dittatura del presente, come direbbe Zagrebelsky, e così la domanda diventa più complessa.

Alberto Spatola

lunedì 6 ottobre 2014

VoteAcademy, come dire di no?!

Qualche mese fa mi ha scritto Fai Come Obama (alias +Valerio Quatrano) per coinvolgermi in "VoteAcademy", un progetto che vuole raggrupare gli esperti emergenti di comunicazione politica in tutta Italia.
Insomma una figata, una avventura a cui non ho saputo dire di no.
Da qualche mese sulla colonna di destra del sito c'è il banner per VoteAcademy e nel frattempo ho pubblicato due articoli, per voi gli estratti, ma poi fateci una navigata nella "accademia del voto" perché merita tutta.

La Kryptonite del degrado.
Come lasciare gli avversari all'opposizione

Hai vinto le elezioni e sei ogni giorno impegnato ad amministrare il tuo territorio.
Ma c’è un appuntamento che ti fa venire l’orticaria, Il Consiglio comunale.
Sei un sincero sostenitore della democrazia e del ruolo degli organi assembleari, ma lì c’è sempre l’opposizione pronta con le interpellanze sull’albero da tagliare, la buca da riempire, il marciapiede da riparare e così urlano al degrado e all’inefficienza.
Che fare?... Leggi tutto.

Porta a Porta in pochi passi.

Ti accusano di essere “un uomo solo al comando” in realtà ti senti “un uomo (o donna)  lasciato solo” alle responsabilità della politica?
Ti ci vuole allora uno strumento capillare ed efficace per raggiungere gli elettori casa per casa e far sentire la loro voce, anche se critica, ma al tuo fianco.
Questo strumento esiste ed è usato da anni: il “porta a porta”.
Vuoi fare una campagna elettorale, non con i soliti volantini, che ti permetta di incontrare e spiegare le tue ragioni a più persone possibili?
La risposta è di nuovo il “porta a porta”.
Non c’è quindi bisogno di discutere sul “perché”, ma sul “come”. Niente panico, bastano “pochi passi”.... Leggi tutto.

Alberto Spatola, il Consigliere

venerdì 6 giugno 2014

PD di Sestri, una analisi del voto.

Ieri sera il Circolo PD di Sestri Ponente ha riunito il suo direttivo e tra i molti interessanti argomenti ha anche affrontato una analisi dell'ultimo voto europeo.
Mi era stato chiesto di fare alcune slide a proposito col "gruppo formazione" del Circolo, questo è il risultato ... Tutto vostro:

 
Alberto Spatola, il Consigliere

martedì 25 febbraio 2014

Seduta Consiglio Municipale Medioponente 26-2-2014

Domani, 26 Febbraio, alle ore 14,30 ci sarà Consiglio municipale MedioPonente di Genova.

L'ordine del giorno è disponibile qui.

Il tema principale del Consiglio sarà l' "emergenza" di Scarpino, trovate una sintesi qui fatta dal PD Sestri Ponente.

In Consiglio sarà presente il Presidente dell'AMIU Marco Castagna e l'Assessore Valeria Garotta sul tema discuteremo un "puntiglioso" e completo ordine del giorno che potete leggere qui.

L'anno scorso avevo firmato e pubblicizzato l'iniziativa di legge popolare "Rifiuti zero", potrà sembrare fantascienza di fronte l'emergenza attuale, ma da qualche parte bisogna pur partire.

Se non riuscite ad esserci qui la diretta streaming, infine l'immancabile "cronaca" Twitter attraverso #Medioponente

Buona visione,
Alberto Spatola, il Consigliere 

martedì 21 gennaio 2014

Seduta III Commissione Medioponente 21-01-2014

Oggi alle 15,30 vi sarà una seduta della III Commissione del Municipio VI Medioponente del Comune di Genova.

L'ordine del giorno è disponibile con la convocazione, qui.

Parleremo di orti urbani.
Sia su quelli di Valletta Rio San Pietro che di Via Borzoli.
Ovviamente anche possibili varie ed eventuali.

A proposito di orti urbani, ma più in generale di agricoltura e tutela del territorio, segnalo diversi articoli-iniziative:
#Terrepubbliche ai giovani agricoltori. Roma, Petizione di Terra!
Tema dell'EXPO 2015, Wikipedia
Agricoltura, Legambiente
Contadini della Vesima, IF

Come sempre farò diretta Twitter con l'hastag #Medioponente

A presto!


Alberto Spatola, il Consigliere

lunedì 2 dicembre 2013

Seduta Consiglio municipale Medioponente 2-12-2013

Oggi, 2 Dicembre, alle ore 14,30 Consiglio municipale Medioponente di Genova.

L'ordine del giorno, con relativa documentazione (che potrebbe subire variazioni), è disponibile qui.

Numerosi argomenti all'ordine del giorno, ben 9 punti: utilizzo locali, sicurezza, botti di capodanno, nomadi e altro ancora.

Per la cronaca il documento, sui 500 giorni di mandato, discusso lo scorso Consiglio è stato pubblicato anche sui canali ufficiali del Municipio, buona lettura.

Per non appesantire questo povero blog non incorporerò più lo streaming del Consiglio, ma segnalerò ogni volta questo link.
Inoltre l'immancabile diretta Twitter attraverso #Medioponente

Grazie,
Alberto Spatola, il Consigliere

martedì 17 settembre 2013

Non basta un retweet, #precariato

Articolo con cui non si sarà sempre pienamente d'accordo, ma che ha il raro dono di far pensare e riflettere.

Alberto Spatola, il Consigliere

sabato 14 settembre 2013

Genova per Civati, Lunedì 16 h18 Vico delle Vigne.

Civati sta girando nelle piazze e nelle feste democratiche di tutt'Italia, lasciando dietro di sé un forte entusiasmo e l'idea che cambiare si deve e si può, questo viaggio lo ha chiamato Salamella tour e sta per concludersi, ma la sfida continua.
Ha tracciato il percorso da qui al Congresso del Partito Democratico e oltre. “Io vado fino in fondo in questa sfida congressuale”, ha concluso a Genova, “andate fino in fondo anche voi, partecipate, fate la tessera del Partito Democratico e torniamo a parlare della vita dei cittadini, restituiamo il senso altissimo della nostra politica, per cambiare questo Paese”.
Così a Genova andremo avanti col comitato "Genova per Civati" per far si che a vincere questo Congresso non siano le tattiche, ma le idee.
Ci vediamo lunedì 16 alle 18,00 presso la sede del Circolo PD Centro Storico (Vico delle Vigne 14-16 r), per iniziare a mettere in pratica, nell'immediato futuro, le azioni concrete di cui abbiamo discusso nell'ultima riunione del comitato.

Ti aspetto, per farci sapere della tua partecipazione clicca sull'evento Facebook e nel frattempo like alla pagina "Liguria per Civati".
Stavolta come ci daremo la carica? La scorsa riunione avevo dato il via (dopo Luca Pastorino, il tuo parlamentare) così...


Alberto Spatola, il Consigliere

lunedì 9 settembre 2013

In Onda 03/09/2013 - LA COSTITUZIONE DI RODOTÀ



Chi mi avesse perso a In Onda, non ha perso nulla, solo un breve momento di gloria che ha mandato in visibilio amici e parenti (che ringrazio per la gioia), ma è stato un momento utile per ripensare i momenti nefasti in cui si stava scegliendo il Presidente della Repubblica pochi mesi fa.
Momenti drammatici a dir poco, anche col senno di poi, ed è sicuro che da li si debba ripartire per capire quanto ci sia di contradditorio nel centrosinistra italiano e quanto debba essere "da cavallo" la cura di cui abbiamo bisogno.
Una prima dose (blanda) di antibiotico sarà il Congresso del PD, ricordateli tutti quei momenti del Presidente della Repubblica, ricordatevi de la carica dei 101, ricordatevi di Marini e di Napolitano bis.
Se avrete modo, come me intervistato da La7, di ripensare al PD a Rodotà e Prodi, mi sa che non dovrò fare campagna per il Congresso, non avrete dubbi perché intato lui l'ha detto: #NonMiRitiro anzi rilancio.

Alberto Spatola, il Consigliere