Queste elezioni Europee sono state, per la sinistra, diciamocelo, un disastro.
E mi vien difficile commentare questo fatto così importante per la sinistra tranquillamente come ho scritto in altre occasioni: sta volta non è cosa semplice.
Non è cosa semplice poiché la caduta è generale i n tutti i paesi e anzi la "sinistra" italiana è quella meno colpita dalla ventata di destra, un libeccio che, come si sa in Liguria, erode le spiaggie lasciando solo sassi.
Ma lasciamo stare le onde del mar liguri per parlare, a malincuore, della situazione italiana.
Il primo pensiero quando ho visto i risultati europei è stato rivolto a Veltroni: colui che, direi incosciamente, ha distrutto il P.D. e la sinistra italiana.
In una vecchia intervista Veltroni diceva con rammarico che tempo addietro si era perso un treno con la non approvazione di un referendum nel '98 (qualcosa sulla legge elettorale) e quindi così sentenziava: "In politica quando si perde un treno non si riprende più".
Bene con queste europee il Partito Democratico ha perso un treno, a mio parere storico.
Anche i più affezzionati alle rose del P.S.E. dovrebbero capire come le vecchie case comincino a scricchiolare; con ciò non vogliono dire che la sinistra non debba più fare la sinistra, anzi tutt'altro: La sinistra deve trovare nuove forme per riportare al centro i valori di uguglianza, e giustizia sociale che hanno caratterizzato le lotte di un secolo e devono continuare a farlo.
A rispondere a questa esigenza sembrava, qualche anno fa, pronto il Partito Democratico, facendo sintesi tra le forze progressiste del paese e creando un nuovo modo di far politica basato sulla partecipazione, le primarie, ma comunque all'interno di un partito organizzato sul territorio, nei luoghi di lavoro, un partito i cui elementi basilari siano la militanza e la partecipazione.
Ma la classe "dirigente" del P.D. non è stata all'altezza del progetto e non lo è ancora oggi e così si è perso il treno storico di costruire un Partito dei Progressisti Europei... Per ora!
E mi vien difficile commentare questo fatto così importante per la sinistra tranquillamente come ho scritto in altre occasioni: sta volta non è cosa semplice.
Non è cosa semplice poiché la caduta è generale i n tutti i paesi e anzi la "sinistra" italiana è quella meno colpita dalla ventata di destra, un libeccio che, come si sa in Liguria, erode le spiaggie lasciando solo sassi.
Ma lasciamo stare le onde del mar liguri per parlare, a malincuore, della situazione italiana.
Il primo pensiero quando ho visto i risultati europei è stato rivolto a Veltroni: colui che, direi incosciamente, ha distrutto il P.D. e la sinistra italiana.
In una vecchia intervista Veltroni diceva con rammarico che tempo addietro si era perso un treno con la non approvazione di un referendum nel '98 (qualcosa sulla legge elettorale) e quindi così sentenziava: "In politica quando si perde un treno non si riprende più".
Bene con queste europee il Partito Democratico ha perso un treno, a mio parere storico.
Anche i più affezzionati alle rose del P.S.E. dovrebbero capire come le vecchie case comincino a scricchiolare; con ciò non vogliono dire che la sinistra non debba più fare la sinistra, anzi tutt'altro: La sinistra deve trovare nuove forme per riportare al centro i valori di uguglianza, e giustizia sociale che hanno caratterizzato le lotte di un secolo e devono continuare a farlo.
A rispondere a questa esigenza sembrava, qualche anno fa, pronto il Partito Democratico, facendo sintesi tra le forze progressiste del paese e creando un nuovo modo di far politica basato sulla partecipazione, le primarie, ma comunque all'interno di un partito organizzato sul territorio, nei luoghi di lavoro, un partito i cui elementi basilari siano la militanza e la partecipazione.
Ma la classe "dirigente" del P.D. non è stata all'altezza del progetto e non lo è ancora oggi e così si è perso il treno storico di costruire un Partito dei Progressisti Europei... Per ora!
Alberto Spatola
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