Caro Babbo Gobetti,
non ti chiamiamo così per un'eccessiva ironia studentesca, ma perché ci riconosciamo in te come fossi un babbo, un padre. Come un padre che è da esempio, un padre come punto di riferimento, un modello.
In questa giornata, da un'Italia per certi aspetti simile a quella che tu hai vissuto, ti scriviamo non per richiedere doni, ma per esprimere, sfogare, esternare la nostra impazienza e così, in un rito collettivo, squarciamo il velo d'ipocrisia che avvolge la scuola.
Tu, babbo Gobetti, che hai saputo rinunciare a cariche offerte perché mettevi la cultura personale al primo posto, tu che hai saputo essere uno studente modello, ma in modo critico, sei il paradigma di come dovrebbe essere la classe studentesca, la nostra generazione quest'oggi, in quest'epoca: nonostante l'apparente gracilità e debolezza, sei stato, e noi vorremmo essere, un faro di cambiamento e, perché no, di ribellione, in un paese addormentato, che al tuo tempo declinò in un sonno ventennale, mentre noi lo vorremmo tener desto; ed è per questo che ti spieghiamo il perché del nostro prostestare."
In questa giornata, da un'Italia per certi aspetti simile a quella che tu hai vissuto, ti scriviamo non per richiedere doni, ma per esprimere, sfogare, esternare la nostra impazienza e così, in un rito collettivo, squarciamo il velo d'ipocrisia che avvolge la scuola.
Tu, babbo Gobetti, che hai saputo rinunciare a cariche offerte perché mettevi la cultura personale al primo posto, tu che hai saputo essere uno studente modello, ma in modo critico, sei il paradigma di come dovrebbe essere la classe studentesca, la nostra generazione quest'oggi, in quest'epoca: nonostante l'apparente gracilità e debolezza, sei stato, e noi vorremmo essere, un faro di cambiamento e, perché no, di ribellione, in un paese addormentato, che al tuo tempo declinò in un sonno ventennale, mentre noi lo vorremmo tener desto; ed è per questo che ti spieghiamo il perché del nostro prostestare."
Alberto Spatola
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