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giovedì 23 giugno 2022

ANALISI DELLA RIPARTENZA - IL VOTO SOTTO LA LANTERNA

Analisi della ripartenza - il voto sotto la lanterna

Provo a unire due cliché, “l’analisi della sconfitta” e “si riparta da…”, per cercare di dire qualcosa d’originale.
A volte ci riuscirò, spesso no.
Per cui una nota a margine: leggeremo molte analisi e considerazioni sull’ultimo voto amministrativo a Genova e il sentimento più naturale è di voler prendere la testa di chi ha scritto e provarla ad aprirla in maniera più o meno gentile per farci entrare qualcosa dentro, oppure proveremo immensa gioia, voglia di baciare e abbracciare chi ha scritto quella particolare riflessione in cui ci rispecchiamo e ci fa sentire un po’ meno soli.
Per cui vi chiedo di trattenervi dall’aprirmi il cranio o baciarmi con afflato, leggete, riflettete, annotate le vostre impressioni e leggetene altre.
Arriveremo a capirci qualcosa di quanto sta accadendo alla nostra città e alla nostra area politica se ricominceremo ad ascoltare e ad accettare che solo dal cucire le prospettive dei singoli ci si può avvicinare alla visione d’insieme, a una qualche verità o per lo meno una strada da percorrere.
Iniziamo quindi con un primo passo.
Guardiamoci attorno per capire dove andare.

Analizzerò la situazione andando dall’alto in basso, seguendo le schede elettorali che avevamo in mano il 12 Giugno.
L’elezione del Sindaco, del Consiglio Comunale (liste e preferenze), e l’elezioni Municipali, Presidenti, liste e Consiglieri eletti.
 
I CANDIDATI SINDACO
Molto inchiostro si sta usando per sottolineare quanto il risultato di Bucci sia da mettere in prospettiva con i numeri assoluti e non solo le percentuali.
C’è un fondo di verità, ma con alcuni dati possiamo vedere i limiti di questa narrazione consolatoria che di fatto ci dice che c’è una soluzione magica a queste continue sconfitte della “Genova progressista” a partire dal 2015: mobilitare “i nostri”.
Sì, ma non solo.
Confrontare i numeri assoluti fra una elezione e l’altra è fuorviante. È dall’inizio del secolo che Genova a ogni ciclo elettorale perde (mediamente) tra i 12 e i 13 mila abitanti. Cioè Genova si restringe: è come se ogni cinque anni perdiamo un quartiere delle dimensioni di Voltri, poi Nervi e poi Pontedecimo, e così via.
La Genova di Pericu era più grande e più giovane, quella di Bucci si è ristretta demograficamente di circa l’8%. Se nel 2002 c’erano 12 genovesi, ora ce ne sono 11.
Frasi del tipo che Bucci è il Sindaco meno votato della storia della città sono quantitativamente vere, ma nei fatti una distorsione che non ci aiutano a comprendere la realtà.

Per cui non basta mobilitare il cosiddetto fantomatico elettorato di sinistra per recuperare le glorie perdute, pensare che l’astensionismo sia un agglomerato omogeneo di delusi di sinistra è pura illusione. E non c’è bisogno che citi dei dati per confermare tale fatto.
Soprattutto questa lettura porta la “Genova progressista” a guardarsi il proprio ombelico e a dividersi tra chi accusa gli altri di non aver fatto la tal cosa per appassionare l’elettorato che ha preferito il divano, e chi, invece accusa l’elettorato o quel gruppo di elettori d’aver scelto il divano anziché difendere la Genova del colore giusto.

Bucci ha raggiunto il suo risultato sicuramente anche grazie ai limiti del centrosinistra, ma c’è del suo. Lasciamo da parte il personaggio che si è creato, la comunicazione, il Sindaco-Commissario, etc. Il centrodestra di Bucci è qualcosa di radicalmente diverso dal centrodestra genovese precedente al 2015.
Ancora nel 2017 il centrodestra aveva pochi candidati, poche liste e un’area culturale di riferimento legata ai suoi partiti tradizionali. Oggi, nel 2022, si è presentato con una coalizione ampia guidata dalla “Lista Bucci” e la “Lista Toti”. Possiamo discutere ore del sostegno di Renzi e Calenda a un candidato Sindaco sostenuto da Fratelli d’Italia e Lega, ma la loro scelta è la conseguenza del fatto che dietro al rieletto Sindaco c’è una coalizione ampia e varia.
In maniera simile (lascio a voi decidere se metterle sullo stesso piano) alle coalizioni di Burlando che con una battuta diceva andavano da Don Gallo a Monteleone (ex deputato UDC).
Personalmente critico i metodi con cui le coalizioni di Burlando e Bucci si sono formate, troppo legate alle sigle e al potere, agli interessi più o meno particolari. Ma dall’elezione di Obama alla scelta del Sindaco di paese si vince con progetti e messaggi inclusivi, ampi, o per lo meno grandi abbastanza.
È necessario quindi superare quindi gli steccati ideologici ed evitare le contrapposizioni specialmente quando si è in una posizione di svantaggio.
Il centrodestra ha fatto campagna elettorale in luoghi in cui prima non ci si avvicinava e ha candidato persone provenienti da comunità che prima guardavano altrove o non erano ascoltate.
Dobbiamo inorridire e reagire di fronte all’intolleranza e alle idee politiche delle destre a Genova come altrove, ma allo stesso tempo comprendere le dinamiche particolari del loro successo.

Passando al campo sconfitto, io spero vivamente che le analisi su Ariel Dello Strologo non si soffermino sulla sua natura di candidato, ma su come la coalizione di riferimento sceglie e costruisce le candidature.
Ogni persona, e quindi ogni candidato ha dei limiti, ma su quei limiti ci si lavora e si costruisce una squadra e una strategia per mettere in luce i punti di forza e compensare i lati più deboli.
È un lavoro che richiede tempo e capacità.
A volte le primarie sono un tassello importante di tale lavoro, a volte se ne può fare a meno. Pensare che le sole primarie bastino è illusione, credere che non facendo le primarie il resto si aggiusti da sé è folle.
Le dirigenze del centrosinistra sono state folli, Ariel Dello Strologo ci ha messo tutto se stesso per fare del suo meglio.
Punto.
Faccio quadrato su un candidato che ho incontrato una sola volta e per cui non provai una particolare affinità quando si fece il suo nome. Però ho osservato la campagna elettorale che ha condotto, il lavoro inclusivo con cui ha costruito la sua lista, e sapendo bene quanto è facile fare scivoloni nel mentre i riflettori sono sempre addosso credo gli si debba dire grazie e fargli dei complimenti.
Le critiche che posso fare non sono per evidenziare errori, ma cose che potevano essere fatte meglio. Per esempio è da evidenziare come la sua lista l’abbia costruita tramite un lavoro inclusivo, però purtroppo quel che è uscito fuori è stato solo il tentato messaggio “il mondo centrista è con me, non sta andando verso Bucci”. Il messaggio ci poteva anche stare, ma ha coperto la pluralità della sua lista, che non ha fatto un risultato strabiliante, ma onorevole, coinvolgendo vari gruppi troppo spesso snobbati.
Insomma la lezione è la solita non bisogna essere centristi, ma centrali. A volte le due cose si sovrappongono in parte, spesso sono concetti diversi.
Dello Strologo poteva mettere meglio a fuoco i due concetti, ma non è cosa semplice, soprattutto in Italia dove siamo maestri nell’impantanarci nel centrismo, o meglio nel centrino.
 
IL VOTO COMUNALE
Farà parte del Consiglio Comunale oltre al Sindaco e ad Ariel Dello Strologo anche il candidato Sindaco Crucioli, e la sua lista si è affermata in quasi tutti i Municipi con un* elett*.
È un segnale preoccupante, non solo abbiamo la coalizione di maggioranza relativa (a livello nazionale) guidata da Fratelli d’Italia, ma fuori dai blocchi c’è spazio per altre formazioni che pescano dalle cloache di pensiero filo-Putin, no-vax e contro il processo d’integrazione europea.
Nel mentre si osserva il possibile evolversi di un “centro”, gli estremi si stanno ri-amalgamando e prendendo nuove forme al di sotto dei radar.
Sarebbe colpevole far finta di nulla, urlare ai fascismi quando serve elettoralmente e poi alzare le spalle quando ITALEXIT si camuffa sotto forma di lista civica e supera abbondantemente il 3%.

Passiamo alle liste che hanno composto la coalizione di centrosinistra e 5 Stelle.
L’elemento più semplice da analizzare sono appunto i 5 Stelle. Anziché cogliere gli elementi di novità e il grido proveniente dall’elettorato del MoVimento nel 2013 (e negli anni precedenti) e trasformarlo in programma di governo attraverso un’alleanza puntuale, il centrosinistra e il PD in particolare ha aspettato e mandato al macero anni fondamentali per lasciare che fosse il centrodestra a ripensarsi e così capace di mangiare pezzi del fu elettorato grillino.
Solo adesso che i 5 Stelle sono diventati un piccolo orticello, luogo di battaglie personali, allora il PD ci si rispecchia e tenta un alleanza formale, strutturale che sa tanto di preservazione del potere. Le idee, i programmi, le posizioni sull’Europa, sui vaccini, “i taxi del mare”, le vicinanze geopolitiche alla Russia di Putin, alla Cina, etc. è tutto dimenticato.
Il risultato che ora, in una delle città simbolo dei 5 Stelle, quello stesso partito è il nano della coalizione col suo 4,40%.

La cornice entro cui valutare il risultato del PD sta nel costruire coalizione intorno a sé, non in quanti voti col naso turato si prende. Ma probabilmente ai suoi dirigenti locali ciò non interessa. Invece, l’analisi che si legge più facilmente tra le file democratiche è “abbiamo perso, ma il PD ha tenuto”.
È da 30 anni che la politica italiana ha scelto la follia delle coalizioni pre-elettorali, ma anche se queste (finalmente!) sparissero domani la forza di un “partito di governo” non si misura solo dai voti che prende, ma dalla capacità di creare alleanze intorno a una visione politica.
Senza allargare troppo lo sguardo, possiamo vedere come il PD genovese appaia sempre meno interessato a governare, ma cerca invece di stare il più comodamente possibile all’opposizione. Credendo che un giorno ritornerà il proprio turno.

L’alternativa all’apatia del PD dovrebbe essere un altro soggetto politico, anche solo a livello locale, nello stesso campo, ma con nuove idee e maggior capacità di coinvolgimento.
Purtroppo non c’è nulla di tutto ciò all’orizzonte, perciò ampie fette dell’elettorato guardano intorno al PD, sperano per un po’ in qualche esperimento del momento, e poi si turano il naso.
La dirigenza del PD scambia ciò per consenso.

Per fortuna al di fuori delle gabbie della dirigenza qualche elemento di speranza emerge anche tra le preferenze ai candidati del PD.
Cristina Lodi, seppur figlia di una lunga tradizione di corrente interna al PD, col suo risultato, prima degli eletti, dimostra come il lavoro consigliare, conoscere l’amministrazione e i problemi cittadini sia la strada per gestire e costruire il consenso. È un insegnamento fondamentale per un centrosinistra che risucchia le sue energie più preziose nelle lotte intestine di partito.
Altro elemento di speranza è SiMohamed Kaabour. Un candidato indipendente, senza tessera, che mi auguro con tutto il cuore rimanga tale.
Genova ha bisogno che il suo impegno sia libero e in grado di rappresentare una coalizione ampia di nuovi genovesi, e portare avanti battaglie di diritti e opportunità.
Per me non è stato un bello spettacolo guardare da lontano queste elezioni amministrative, ma un po’ di gioia l’ho sentita nel vedere “Simo” tra gli eletti. Ho sentito che forse fra qualche anno i miei futuri figli potranno rispecchiarsi in una città che non dimentica le proprie radici di città portuale e aperta.

L’alternativa al PD, non illudiamoci, non c’è, ma qualcosa si muove.
Alternativa non c’è perché come al solito ciò i vari tentativi si auto impongono il limite d’essere “a sinistra del PD” e perché si preferisce la somma alla moltiplicazione, le sigle alle persone.
La cosiddetta lista “rosso-verde”, per i pignoli “Europa Verde - Lista Sansa - Linea Condivisa” ha perpetuato fin dall’inizio i suddetti errori.
Basta appunto il nome (oltre al logo) per capire come quella lista fosse nata sui presupposti sbagliati, ma i candidati, singolarmente, sono riusciti a scrivere una storia diversa. Una nuova generazione ha preso le redini del progetto e il risultato si può vedere nei Municipi e in maniera ancora più plastica nel Consiglio Comunale con l’elezione di Filippo Bruzzone, Consigliere uscente del Municipio Ponente, e Francesca Ghio attivista dei “Friday for Future”. A questa nuova generazione nelle istituzioni l’ingrato compito di non cadere nelle etichette del passato che hanno portato la loro lista a essere una sommatoria insipida e invece radicarsi nella città.

Per potersi radicare nella città gli servirà l’umiltà di collaborare con soggetti al di fuori della loro area politica, essere orgogliosi della loro giovane età, ma non iniziare una battaglia generazionale persa in partenza e soprattutto non essere “angurie” ma veri ecologisti.
L’ecologismo politico in Italia si presenta sempre in maniera caricaturale (difesa degli animali prima di tutto e no a ogni cosa) o come surrogato, contorno alla sinistra radical comunista. Appunto “angurie”, verdi fuori ma rosse dentro.
L’ecologismo anche in Italia come in buona parte del resto d’Europa deve trovare l’orgoglio di camminare sulle sue gambe e contaminare le altre culture politiche anziché l’inverso.
Insomma l’invito a Francesca e Filippo e agli altri eletti della lista e di camminare sul cammino di Alexander Langer, tra i fondatori dei Verdi Europei, che scrisse già negli anni ’80 “È vero, il verde non passa per la cruna dell'ago rosso”.
Nei prossimi anni si vedrà quanti passi avranno fatto in quel percorso.

Infine c’è la già citata lista del candidato Sindaco “Genova Civica - Ariel Dello Strologo Sindaco”.
Come già detto l’errore di mettere in risalto gli elementi centristi all’inizio della Lista, ha coperto quegli elementi di nuova politica che con saggio lavoro di cucitura il candidato Sindaco ha messo assieme.
Per esempio entra in Consiglio Comunale Amore Stefano Pietro, che non ho il piacere di conoscere ma rappresenta “DEMOS - Democrazia Solidale” il Partito d'ispirazione cristiano sociale che ha tra le sue file il medico di Lampedusa, ora Euro parlamentare Pietro Bartolo. Inoltre hanno avuto un risultato rilevante i candidati di “Possibile” il partito fondato da Pippo Civati con numerosi candidati che hanno ravvivato la lista per il Comune e in alcuni Municipi.
Infine “Volt”, di cui faccio parte, il partito progressista pan europeo è stato motore della campagna elettorale della lista specialmente nel Levante e Medio Levante della città in cui ha eletto la sua co-coordinatrice Chiara Barbieri. Un risultato meritato frutto di anni di lavoro, ascolto e campagne.
Ecco, un fondamentale tassello della ripartenza dovrà essere la nuova politica, centrale rispetto le sfide di oggi e domani, che Dello Strologo ha saputo aggregare.
 
I MUNICIPI
Nel 2012 all’indomani delle primarie tra Vincenzi e Doria, vinte dal secondo, un allora deputato durante un’assemblea a Sestri Ponente raccontò di un dialogo che ebbe con un operaio della Fincantieri il quale votò Doria convintamente, soprattutto come scelta di protesta contro la dirigenza del PD genovese. A quel punto il deputato gli chiese “ma se avessimo candidato la Vincenzi, senza primarie, l’avresti votata?” L’operaio rispose che si l’avrebbe votata. Per il deputato il discorso era chiuso e la morale presto detta: dovremmo avere più fiducia nella capacità di mobilitazione della “disciplina di partito” e non perdere tempo dietro alle primarie o altri strumenti di ascolto e scelta che confondono e dividono.
Dieci anni dopo, nel Municipio di Sestri Ponente il candidato del centrosinistra, ex Vice Sindaco e probabilmente l’ultimo dei funzionari del fu PCI, perde la corsa per la Presidenza del Municipio.
L’arroganza di quel deputato, ancora influente, incarna gli errori e le ragioni di come nel mio Municipio in due elezioni si sia passati da un centrosinistra al 72% nel 2012, poi una coalizione che fu in grado nel 2017 di guadagnarsi il premio di maggioranza con qualche fatica, per arrivare a oggi nel 2022 un centrosinistra che perde così come in altri sette Municipi.

La realtà è che la disciplina di Partito bisogna anche guadagnarsela, e il PD genovese è da anni che fa di tutto per perdere quel rispetto che pensa sia dovuto.
Per i Municipi sono state fatte molte scelte infelici. Diversi candidati Presidenti in gamba sono stati trascinati in basso non solo dal risultato comunale, ma anche da una guerra-trattiva oscena sulla scelta dei nove candidati Presidenti in cui tutti ci hanno perso.
Guarda caso i due Presidenti riconfermati del “CSX-5S” sono i due che hanno potuto fare campagna elettorale per tempo con liste fatte di gente radicata invece che doversi difendere dal fuoco amico.
Un perfetto esempio di ciò è l’ottimo risultato di Federico Romeo in Valpolcevera che se nel 2017 fu eletto a fatica, senza aver diritto al premio di maggioranza, con questa tornata vince agevolmente soprattutto grazie alla sua lista civica che raccoglie oltre 2000 voti in tutto il Municipio.
Una risalita della china che è controcorrente col risultato generale e da cui quindi c’è da imparare.

Tra il Medioponente e la Valpolcevera c’è un quartiere, Borzoli, che è di confine. Il centrosinistra genovese dovrebbe riunirsi lì. Dovrebbe riflettere sui suoi errori, sulle persone e le comunità che non ha saputo valorizzare e allo stesso capire come mobilitare le varie fasce dell’elettorato a partire dai più giovani. Dovrebbe parlare di temi concreti e costruire classe dirigente locale intorno a idee serie per i nostri quartieri.
Mettere da parte simboli e arroganze di Partito è il primo passo.
In breve, ciò che non è stato fatto per lo meno negli ultimi dieci anni a Sestri Ponente e Cornigliano.
Nel 2017 anche per tenere viva l’esperienza amministrative del mandato precedente fui tra i fondatori di un progetto civico locale, “Il Prossimo Medioponente”, il quale prese quasi 2000 voti. In questi anni la politica locale ha fatto di tutto per distruggere tale esperienza anziché farne tesoro.
Da questo auspicabile incontro di Borzoli non si dovrebbe uscire incensando o condannando questa o quella persona, questo o quel candidato. La questione è di metodo.
Ed è chiaro che se si svalica la collina di Borzoli verso nord qualcosa si è capito, se si svalica verso sud, la bussola si è rotta, da molto tempo.
Mentre quel deputato parlava l’ho vista ruotare all’impazzata senza alcun senso.

IN CONCLUSIONE, O MEGLIO PER RIPARTIRE
Ciò da cui ripartire per me si evince in maniera abbastanza naturale da questo voto, e con ogni elezione che analizzo, ogni anno che passa, affino sempre più una visione che è dal 2015 che porto avanti, ma in realtà già da molto prima.
Il centrosinistra deve mettere al centro del suo progetto Genova e la Liguria. Abbandonare le sigle e le etichette per presentarsi in maniera totalmente civica.
Per cui costruire prima di tutto un messaggio, un programma, una storia e il consenso necessario intorno ai propri candidati Presidenti e Sindaco.
Ma ciò non basterà, questo processo non può essere dall’alto verso il basso, ma al contrario deve partire dai territori.
Dobbiamo essere creativi e costruire associazioni politiche di quartiere che diano forma a classe dirigente locale con squadre di persone radicate, attive nel sociale.
Non è il lavoro di una campagna elettorale, ma il lavoro di almeno un mandato, cinque anni.

Costruire realtà civiche e classi dirigenti locali, di quartiere, può sembrare un lavoro sconnesso che manca d’unità, d’insieme. Per questo in parallelo servirà un’aperta dinamica e vulcanica discussione su che idea di città abbiamo. Un vulcano non come il Vesuvio che fa paura nel suo silenzio, ma la vivacità e fertilità dell’Etna che è infatti è celebrato in siciliano come “Mungibeddu”, il “buon monte” possiamo tradurre.
Da quando sono nato che sento parlare della necessità d’avere una “visione di città”, si diceva dobbiamo guardare lontano alla Genova del 2020, eccoci in questo decennio e ancora niente.
Provo a mettere sul piatto un metodo per rendere più semplice e concreta questa “visione di città” da costruire: partiamo dagli occhiali.
Cioè con gli occhi di chi vogliamo guardare Genova per immaginarne una diversa?
Se il centrodestra ha trovato la sua incarnazione in un dispotico uomo ultra 60enne, la Genova progressista può costruire una Genova diversa guardando alle nostre strade e ai nostri problemi con gli occhi delle giovani donne tra i 25 e i 45 anni. Coloro che stanno per costruire una famiglia oppure la tengono assieme e sanno che la città più anziana d’Italia (dopo Trieste se non vado errato) è sulle loro spalle.
Guardiamo Genova con i loro occhi, mettiamoci i loro “occhiali”, ascoltiamo. La tanto agognata “visione di città” verrà da sé.
Una Genova per le famiglie, dove lavorare e vivere bene.

Per cui agli eletti in Consiglio Comunale, penso a SiMohamed e a Francesca, e a tutti gli altri che ho citato, i candidati Presidenti ingiustamente sconfitti penso soprattutto a Roberto in Val Bisagno e a Serena a Levante, e alla nuova politica di Volt, e gli altri gruppi politici troppo spesso snobbati, spetta il compito di fare squadra, lavorare bene nelle istituzioni, ma soprattutto andare fuori, tra i cittadini.
A mettere radici.
I frutti arriveranno.

Alberto Spatola

sabato 3 febbraio 2018

I mostri e la vita, Macerata

Da una slide di presentazione della mia tesi triennale in "Storytelling, Political Communication and European Integration"
Cari amici che siete immersi in questa campagna elettorale, che sembra un girone infernale dantesco, se pensate di fare campagna elettorale sui fatti di Macerata vi sbagliate di grosso.
La battaglia in Europa e occidente (quindi in Italia pure) è tra aperto e chiuso, tra ponti e muri. Ma non si vince cercando i mostri altrui.
L'unico risultato è mettere al centro della discussione pubblica l'identità, la difesa nazionale e la sicurezza.
Non dividiamoci tra Saviano e Salvini, la maggior parte delle persone non ci vedranno il nesso, e prevarrà solo chi è poi sulla scheda elettorale con un messaggio chiaro in merito. Spoiler, Salvini.
Serve invece costruire progetti che portino le persone assieme, invece che dividere.
Così come fece da deputata Jo Cox in UK, che si preoccupò di quella parte di Inghilterra dimenticata, sola, rifugiati e non solo, guidando la Commissione sulla solitudine che ora trova spazio nel Ministero della solidutine.
Jo Cox che come ricorderete fu uccisa tragicamente durante la campagna referendaria Brexit-Remain, da un fanatico che urlò "Britain First".
Sappiamo poi come andò a finire quel voto, non commettiamo lo stesso errore, con la stessa incapacità di capire dove stia andando il paese.
Un paese fragile che si lascia affascinare facilmente da sirene nere, come dimostra, se pur in maniera maldestra e scopiazzata, il film "Sono tornato", e la realtà quotidiana in cui ancora oggi, come si è visto a Cantù, si fa fatica ad accettare un medico nero, che commenta però il fatto con una saggezza a cui dovremmo ispirarci.
Non cerchiamo quindi i mostri altrui che portano solo morte, ma celebriamo la nostra voglia e le opportunità della vita, nella differenza, nella tolleranza.

Alberto Spatola

venerdì 9 giugno 2017

Diario della campagna, pagina 4 Lettere

In queste ore sto distribuendo molte lettere in giro per le case, è una pagina bella di questa campagna. Intanto perché è fatta di carta, si può toccare, e ha quindi un fascino tutto suo e poi perché è l'occasione, casa per casa, di incontrare persone e ascoltare storie e aspirazioni, parlare chi da tempo non si incontrava. Ho preparato due lettere, una più politica generale, che riporto di seguito, l'altra invece che sta circolando nel mio quartiere, Sestri Ponente e Cornigliano, specifica sul mio territorio, e metto il link in fondo.
Ne approffitto di ringraziare chi mi sta dando una mano a distribuire, si sa, siamo di Genova, dobbiamo pur sempre risparmiare sulle poste!
Buon voto!


 Con Crivello Sindaco per un nuovo centrosinistra

L’11 Giugno, con le elezioni per il Sindaco e il Consiglio Comunale, avremo il futuro di Genova nelle nostre mani, e inoltre possiamo porre le basi per un nuovo campo politico che possa farci tornare a dire che la politica è bella, e il centrosinistra ha ancora qualcosa da dire nel nostro tempo.
Io metto a disposizione la mia candidatura e la mia passione per Genova presentandomi nella Lista Crivello Sindaco per il Consiglio Comunale (scheda azzurra), con lo sguardo rivolto però a un momento storico che vede i nostri valori di solidarietà e progresso sotto attacco.
Ti chiedo, quindi, di essere al mio fianco per mettere Genova al primo posto, per un’amministrazione concreta e capace che con Crivello possiamo sicuramente raggiungere in quanto la sua esperienza parla chiaro. Un esempio: con lui Assessore i fondi europei non sono stati persi, ed è grazie a questo che è stato possibile riqualificare numerose aree della nostra città.
In cinque anni da Consigliere di Municipio io ho avuto modo di apprezzare la capacità amministrativa di Gianni e so che è il miglior Sindaco che Genova possa avere. Quando mi ha chiesto di candidarmi nella sua lista, ho pensato che fosse il miglior modo di rappresentare le mie idee e la nostra città che trova la sua identità nel lavoro e nell’associazionismo.
Solo così, dalle nostre radici, possiamo costruire un campo politico nuovo, in grado di rappresentare il paese che vorremmo, un paese operoso e che offra opportunità.
Ma intanto iniziamo da Genova!
Con l’11 Giugno apriamo un capitolo nuovo.

Sulla Scheda azzurra metti una croce sulla
Lista Crivello Sindaco
scegli e scrivi a fianco
Alberto SPATOLA
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Alberto SPATOLA 

lunedì 5 giugno 2017

Diario della campagna, pagina 3 L'incontro e la paura









Voglio partire da un fatto apparentemente distante, rispetto al diario di una campagna elettorale genovese, dal concerto dei Radiohead a Tel Aviv.
Il Movimento BDS ha chiesto alla band inglese di non tenere il concerto per sostenere il completo boicottaggio culturale di Israele. Le parole di Thom Yorke, leader e cantante del gruppo, sono il senso di questa pagina di diario: "Non sono d'accordo affatto con la messa al bando culturale, [...] il tipo di dialogo in cui vogliono infilarmi è bianco o nero. Ho problemi con questo. [...] è un così grande spreco di energie. Energia che può essere usata in maniera positiva. [...] Tutto questo crea divisione. Così non metti assieme le persone. Non crei dialogo e senso di comprensione. Se ora stai parlando di far progredire le cose in una società, se tu crei divisione, cosa ottieni? Ottieni Theresa May, Netanyahu, ottieni Trump. Questo è divisivo."
Ecco, io in questo giorni di campagna elettorale, ma anche prima, sto lavorando per unire, anche se intorno sento crescere un clima di divisione e chiusura.
Ho avuto l'occasione di partecipare, a nome di Crivello, a diversi confronti organizzati da associazioni, giornali di quartiere, TV locali e nei prossimi giorni dagli studenti medi. E anche nei momenti più concitati, c'è stato modo di imparare, incontrarsi.
Questo è il bello della politica, prendersi anche delle belle gatte da pelare, per cui è più facile prendere l'insulto che l'applauso, ma essere nelle condizioni di spiegare le proprie posizioni, e, se pur nella differenza, far nascere nuove riflessioni in te e in chi ti ascolta.
Così con enorme soddisfazione ho preso parte al confronto con le "Associazioni in Rete" che mi hanno presentato un esempio positivo di collaborazione tra realtà che non chiedono niente, anzi vogliono essere in condizione di dare. Sono poi andato al confronto organizzato da "Il Corniglianese" che da 5 anni racconta le vicende di Cornigliano e con piacere ho sempre letto ritrovandomelo nella posta da Consigliere Municipale. C'è stato il confronto formativo a Quarto, organizzato dagli scout, in cui ho avuto il piacere "sfidarmi" con Bucci che usava una marea di parole inglesi a caso pronunciandole con un vago accento milanese. Molte le interessanti domande, anche sulla ben più genovese rumenta.
Infine il faccia a faccia a Primocanale su futuro e lavoro e che potete rivedere.
Vorrei che la campagna durasse ancora un bel po', per poter avere ancora più occasioni di dibatto, perché è dall'incontro che nascono le migliori idee e l'informazione si può verificare, contestualizzare, però poi mi ricredo. Riaccendo il cellulare, e dopo queste iniziative, mi ritrovo pieno di segnalazioni di notizie false messe in giro da belinoni esagitati che gridano allo straniero e al degrado.
Potrei farne un elenco lungo, ma penso che sia ben più importante giocare d'attacco portando avanti le nostre idee ed esperienze, invece di sprecare parole contro chi getta fango sui social.
Ma una cosa vorrei riprendere, visto che gli allarmismi crescono.
Come già il Candidato Presidente del Medioponente Mario Bianchi ha sottolineato, in Via Siffredi, ex mutua, se si son visti dei lavori questo non vuol dire che si stia aprendo un "centro d'accoglienza", anzi in quell'area è previsto un centro per anziani.
Chi va dicendo nei vari gruppi con toni da ventennio che in quelle zone ha visto faccette nere, dice fesserie.
Quando sono state interpellate le autorità competenti per la gestione dei profughi ci hanno risposto con una sonora risata, dicendo che non sanno neanche dove fosse Via Siffredi, ed erano meravigliati che avessimo una via dedicata ad un porno attore (è un altro Siffredi, ovviamente).
Nel programma di Crivello, e nell'azione di cinque anni di Municipio, si afferma chiaramente l'impegno per l'integrazione e l'accoglienza.
Ma mai integrazione e accoglienza potranno avvenire nella disinformazione, è con l'incontro e la trasparenza che affronteremo ogni questione, in particolare quelle più delicate.
Teniamolo a mente, mettiamo un segnalibro a questa pagina del diario.

Alberto SPATOLA

martedì 30 maggio 2017

Diario della campagna, pagina 2 #GenovaSolidale

Video Facebook
Ciao Alberto sto facendo un video!
Ah, si... Anche io.
Ma no, non quelle cose elettorali che fai tu

Così ieri ci siamo sentiti io e Fabrizio Gelli che mi diceva di tenermi pronto per un video che avrebbe condiviso sulla sua bacheca.
Già nei giorni prima ci siamo confrontati su come rispondere all'arrivo di Salvini, e Fabrizio ha pubblicamente auspicato che la Sestri antifascista e democratica facesse sentire la sua voce. Apriti cielo, persino il Segretario nazionale ligure della Lega Nord ha considerato quell'auspicio un atto sconsiderato e violento.
Ma non ci siamo stati a questo racconto, a questa etichetta che ci volevano attaccare.
Se c'è una Genova intollerante e chiusa, ho detto a Fabrizio, dobbiamo dimostrare che c'è una Genova aperta e solidale.
Fabrizio non aspettava altro, ha preso il tablet e ha creato questo appello che bello è dir poco!
In un momento politico fatto di colpi bassi, interessi di corto respiro e rabbia cavalcata le sue parole di invito alla Genova solidale di mostrarsi è ossigeno puro, luce in un momento in cui le ombre si fanno lunghe.
Mi sono quindi messo a ricercare foto, miei momenti di solidarietà da condividere con l'hastag #GenovaSolidale ...dalla raccolta fondi organizzata con Massimo Romeo per il Municipio Medioponente a sostegno di Finale Emilia che era stata colpita dal terremoto nel 2012, alle tante cene con il Gruppo Erasmus Genova per la raccolta fondi e materiale per il Gaslini, per la sezione ErasmuSN di Camerino anch'essa colpita dal terremoto, come l'Ecuador che l'anno scorso abbiamo fatto conoscere agli studenti stranieri a Genova attraverso il Canelazo, bevanda che è stata occasione d'incontro e di raccolta fondi per il paese.
Potrei continuare con le cene in Società Operaia a Sestri a sostegno del Centro d'ascolto e non solo, le iniziative da responsabile ExchangeAbility del Gruppo Erasmus Genova per sensibilizzare università e studenti al tema della disabilità e qualche sera alla mensa di San Benedetto al Porto, dal Teatro degli Zingari.
Ma alla fine ho ritenuto fondamentale che proprio oggi facessi un gesto di solidarietà, mentre ci sarà chi sputerà parole d'intolleranza nel teatro del mio quartiere sarò insieme ad altri volontari locali e Gianni Crivello alla mensa di Soleluna presso la stazione di Cornigliano.
Invito tutti a far lo stesso, un gesto anche semplice di solidarietà e per oggi mettiamolo in mostra, condividiamo la #GenovaSolidale e non dimentichiamo di ringraziare l'europarlamentare della Lega che ci ha permesso di mostrare e scoprire la parte migliore di noi, di Genova.

Alberto SPATOLA

lunedì 29 maggio 2017

Diario della campagna, pagina 1

Ormai sono settimane che ho in bozza questa prima pagina di una avventura che mi sta togliendo il sonno. Ma finalmente tolgo un'oretta al letto per riflettere su questa campagna elettorale intensa.
Come vado dicendo in giro questa corsa la sto vivendo con spirito zen, ma nonostante gli unici momenti di vera ansia siano stati quelli prima della presentazione delle liste, in mezzo a mille fogli, ora mi ritrovo a voler raccontare un mese di vita, anziché un racconto del giorno per giorno o quasi, come un diario serio vorrebbe.
Faccio quindi un po' un ritratto di queste settimane, un ritratto a pennellate ampie e leggere, con la leggerezza di uno spazio personale, il mio blog, dove so di poter trascendere da certe logiche comunicative che ormai ho nel DNA dopo anni di politica e anche di studi universitari.
Di campagne elettorali ne ho fatte tante e quello che rimane sempre più vivo è il rapporto intenso che si crea con le persone con cui si collabora e con cui ci si interfaccia.
Anche quelle che già conoscevi mostrano una nuova sfaccettatura, e tassello dopo tassello arrivi a comporre un mosaico vivido della tua comunità. In questo caso della mia città: Genova.
Genova More Than This, recita lo slogan acchiappa turisti che troneggia a pochi passi dalla fontana a De Ferrari, ma quella frase, quell'hastag, è soprattutto un monito a noi genovesi che dobbiamo essere spronati a non considerarci mai arrivati nel percorso di conoscenza della nostra città... dico questo perché la politica è una cosa bella, nonostante dicano e urlino il contrario, la politica, fatta con passione e dedizione per il prossimo, e il bene comune, è un mezzo straordinario per avvicinarsi ai tanti pezzi del proprio paese. E io sto aggiungendo tantissime sfumature alla mia idea di Genova nel corso di questa campagna.
Motivo per cui spero di poter aggiornare questo diario di frequente, parlando dei posti, delle persone e delle occasioni che mi stanno facendo godere questa opportunità appieno.
Vi parlerò dei tanti candidati che per i Municipi si stanno mettendo al servizio dei loro quartieri.
Vi parlerò dello spirito civico che sta attraversando il centrosinistra e che Crivello incarna appieno, spirito civico che sta facendo impazzire molti politicanti capaci solo di giochini sconnessi dal mondo reale.
Vi parlerò dei dibattiti tra candidati Sindaco a cui sono già andato e a cui andrò in rappresentanza di Crivello.
Vi parlerò dei ragazzi super professionali che mi stanno dando una mano, di Furkan che bisogna scrivergli di notte perché è più facile trovarlo sveglio visto il Ramadam, dei super pazienti Fratelli Pirisi che in cuor loro vorrebbe maledire ogni mia occhiata fuori telecamera e quel loro trepiedi mai abbastanza alto.
Vi parlerò di Genova insomma, perché deve essere al primo posto... è per Genova che siamo al lavoro.

Alberto Spatola

sabato 29 aprile 2017

Mi candido per il Consiglio Comunale, con Gianni Crivello.

Quando ieri ho firmato per accettare la candidatura al Consiglio Comunale di Genova per la lista "Gianni Crivello Sindaco" non mi sono fermato molto a riflettere, avevo altri impegni e ho continuato dritto tra le incombenze di giornata.
Poi, arriva la sera e la notte, e chi mi conosce sa che per me è momento di riflessione, il momento per le idee così forti da non far dormire.
Quel che ho pensato è che a 25 anni essere candidato per il Comune di Genova, chiamato a mettersi in gioco direttamente dal candidato Sindaco, è una bella responsabilità.
Devo quindi ringraziare Gianni Crivello per l'opportunità.
Grazie alla sua disponibilità si può ancora investire nel centrosinistra.
Con la sua storia popolare, slegata dalle appartenenze, ma legato a le sue radici territoriali, Crivello è la persona giusta con cui iniziare questa sfida.
Per questo ho accettato la candidatura nella sua lista "Gianni Crivello Sindaco".
Ma al di là della stima e confidenza personale, dell'esperienza da Consigliere municipale a Sestri Ponente e Cornigliano e impegno nell'associazionismo di stampo internazionale ed europeo, so che la proposta mi è arrivata, non per rappresentare me stesso, ma per dare voce agli ambienti della città che frequento e a cui sono vicino.
Perciò inizio questa avventura e come prima spesa per la campagna elettorale cambierò un pezzo alla mia bicicletta perché voglio pedalare, girare tanto.
Voglio incontrare le persone, non produrre slogan da mettere su manifesti.
Voglio spiegare e raccontare le mie idee per Genova e raccogliere le energie migliori tra chi ha a cuore la città.
Ci sarà chi è interessato solo a collocarsi politicamente, invece la mia priorità è Genova e io sono pronto a rimboccarmi le maniche.
Al lavoro quindi per rappresentare il quartiere in cui vivo e sono nato e in cui sto concludendo l'esperienza da Consigliere municipale del Medioponente, Municipio in cui si voterà di nuovo (scheda rosa) e per cui ho contribuito a far nascere la bellissima esperienza del Progetto Civico Municipale "Il Prossimo Medioponente" che sosterrò con tutta la mia forza.
Al lavoro per Genova, al lavoro per una Genova con più opportunità, più attenzione ai cittadini, per una Genova più europea.

Alberto Spatola

venerdì 10 febbraio 2017

La Le Pen e gli Europei (e perché l'Italia rovinerà quasi tutto).

http://tiny.cc/l9u4iy
La Le Pen è la punta di diamante dell'estrema destra europea e sconfiggerla fra meno di un centinaio di giorni non sarà semplice, nemmeno con Macron (quasi impossibile con Fillon).
Ma non deve stupirci la sua ascesa, lei vuole negare la doppia cittadinanza a chi gli pare e piace, così come i "rispettabili" democristiani bavaresi che tengono in ostaggio la Merkel su questo e altri temi.
Dov'è invece l'alternativa?
Una forza politica che sappia superare gabbie nazionali e identitarie per creare un mondo più pacifico, in grado di comprendersi.
Dov'è la proposta per un mondo e una Europa più giusta, una Europa di diritti e opportunità?
Costruiamola!
Non bastano le testimonianze, le bolle in cui viviamo, e i piccoli esempi che "si può fare", bisogna avere il coraggio di andare "al potere", come ripete ossessivamente Sadiq Khan, Sindaco di Londra, ad una leadership dei Labour senza colonna vertebrale.
La mia generazione, i cosidetti Millenials, schifano il voto, le elezioni, e così sono inifluenti nella politica, se pur dotati di grandi strumenti tecnologici e culturali. Ma non è disinteresse per la cosa pubblica.
Per coinvolgerci serve una forza politica che sappia interpretare questa esigenza e trasformare una elezione in azione.
Ci sono diversi segnali nazionali che qualcosa sta nascendo.
In Francia l'ascesa di Macron non è solo un dignitoso argine alla cultura lepenista, ma anche solo elettoralmente ha un suo senso e rappresenta uno schema che in Austria si è visto essere valido (l'aperto contro il chiuso, il verde contro il nero, i ponti contro il muro).
In Spagna è in corso il Congresso della forza politica più interessante a livello europeo, Podemos, in cui almeno il 39% ha votato per uscire dalla fase "adolescenziale" del Partito votando la mozione Íñigo Errejón, non abbastanza, ma il segno che c'è voglia di passare dalla mera opposizione alla proposta di Governo. Comunque la si pensi, un confronto culturale e politico avvincente.
Se pur guardare all'Italia mi getta nella disperazione, il dibattito nella Sinistra è sulla stessa d'onda, ma non ne uscirà nulla di buono lo stesso, perché troppo concentrati a guardare alle differenze saremo solo in grado di rovinare ciò che di buono può nascere in Europa.
Eppure non ci vorrebbe molto a capire che la voglia di battersi per un Effetto a Parma e a Genova, le divisioni in Sinistra Italiana che potrebbero isolare l'idiozia nazionalista e anti-€uro di Fassina, la voglia di Pisapia di condizionare il Partito di governo, il fiore che può nascere nel marasma del PD, e la Costituente delle Idee che sta portando avanti Possibile con Civati, sono tutte espressioni della stessa necessità di non cedere il nostro tempo alla paura e alla nostalgia del demagogo più cinico.
Ma in Italia non lo si capirà, per cui dovremo presto smettere di inseguire i diversi "segnali nazionali" e costruire una risposta Europea.
Questa sarebbe l'ora per gli Europei!

Alberto Spatola

mercoledì 16 marzo 2016

Aggiornamenti su la Riforma dei Municipi

La petizione non va a meraviglia, mentre il questionario, nonostante i numeri ridotti, da risultati interessanti che presto renderò pubblici (potete ancora firmare e compilare).

E il dibattito cittadino sul tema prosegue, in maniera trasversale.
Oggi alle ore 18 sarò presente alla Prima Commissione del Municipio MedioLevante (Foce, Albaro, San Martino, etcc...) per illustrare la proposta.
Giovedì sera alle ore 21 presenterò l'idea dal Circolo PD Quinto-Nervi alla presenza dei militanti e di tre Presidenti di Municipio.
Domenica 20 alle ore 17 sarò invitato all'iniziativa "Non sono uno struzzo" del Comitato di Possibile "La Rosa Bianca" presso i Giardini Luzzati.
E anche altri incontri non pubblici che testimoniano l'interesse che sta suscitando.

Quindi ora?
Ora serve continuare a spingere sulla petizione che automaticamente manda email e chiama alle sue responsabilità i vertici dell'amministrazione genovese, come ha ben descritto Genova24, inoltre la discussione sta facendo breccia anche a livello di Commissione del Consiglio comunale, ma con soluzioni troppo timide.
Quindi tutto bene, ma si può e si deve far di meglio!

Alberto Spatola, il Consigliere

P.S.: Mi hanno fatto una video-intervista "Così vorrei cambiare i Municipi", lascio a voi giudicare il risultato ;)

lunedì 15 febbraio 2016

Petizione e Questionario per sostenere e discutere la Riforma dei Municipi di Genova

Lunedì 8 Febbraio sono state approvate nel Medioponente le mie due Mozioni sulla riforma dei Municipi. E la cosa non è passata innoservata, c'è stato pure un bell'articolo in merito su Genova24. 
È stato però solo l'ultimo passo di un lungo percorso che deve continuare, prima l'idea l'ho presentata in Commissione, è stata poi approvata, dopo quattro riunioni, con modifiche significative, e infine discussa in Consiglio.

Ma ora?

Ora il Comune dovrebbe discutere e valutare la proposta, ma affinché questo avvenga ci si deve far sentire!
Per questo ho creato una petizione a sostegno della idea e spero che anche tu voglia firmare con convizione.

Puoi trovare la petizione
"Rivoluzione a Genova, sostieni la Riforma dei Municipi!" qui.

Ma non è un pacchetto chiuso, la proposta chiede un percorso dal basso che dia più rappresentanza. Non a caso sta facendo discutere molto.
Quindi non vorrei che i dubbi, i suggerimenti e le idee si perdessero tra i commenti di Facebook.
Per questo ho creato un questionario sui punti principali delle mozioni.
Vuoi dire la TUA? puoi!

Puoi compilare il questionario
"Riforma Municipi di Genova, prendi parte alla Rivoluzione!" qui.

Hai ancora dubbi sulla proposta?
Spero di togliertene molti leggendo il testo dei miei interventi in Consiglio di Municipio:
- il primo a sostegno della mozione generale di riforma dei Municipi, 
- il secondo a sostegno della mozione sul sistema elettorale dei Municipi. 

Grazie del sostegno!

Alberto Spatola, il Consigliere

lunedì 8 febbraio 2016

Mozioni su Riforma dei Municipi e sistema elettorale. Consiglio Medioponente 8-2-2016

Come narro da due post, uno per la presentazione l'altro per la votazione in Commissione I, sto portando avanti due mozioni che promuovono una radicale riforma dei Municipi genovesi.

Oggi alle ore 14,30 ci sarà Consiglio municipale del Medioponente in cui verranno discusse per una approvazione, o bocciatura, definitiva, anche se ovviamente, se pur approvate rimangono proposta all'amministrazione comunale.

La prima "Mozione su Riforma dei Municipi" chiede la realizzazione, come già previsto dallo Statuto del Comune, dell'Osservatorio sul decentramento per riformare in tempi certi la macchina comunale, attraverso un meccanismo dal basso che coinvolga tutti i Municipi.

La seconda "Mozione su riforma del sistema elettorale dei Municipi" propone invece una puntuale riforma del sistema istituzionale ed elettorale dei Municipi genovesi.

Già un primo merito questa proposta lo ha avuto, se prima il confronto era tra i corridoi, con a volte imbarazzanti silenzi tra diversi organi comunali, tra palazzi, ora inizia a filtrare il dibattito alla luce del sole essendoci stato un articolo su Genova24 in merito alla mia proposta.
Porto avanti questa idea da oltre un anno ed è protocollata da mesi, ma grazie questo articolo ho visto molti miei contatti, e non solo, discutere del sistema elettorale proposto.
I punti che più hanno fatto discutere e hanno lasciato perplessità son stati il voto agli immigrati, ai sedicenni e il premio di maggioranza alla lista invece che alla coalizione.
Noto con piacere che la doppia preferenza uomo/donna non crea più troppi stupori, anzi, in ogni caso ho letto le varie critiche e discussioni e spero domani, nella presentazione, di saper uscire dai singoli elementi tecnici e saper dare delle esaurienti spiegazioni, politiche.
Spero di avere il video degli interventi.

Non convincerò tutti, poco ma sicuro, ma iniziamo a discutere.

Ora Genova!

Alberto Spatola, il Consigliere

lunedì 11 gennaio 2016

I Commissione finale (!) su Riforma dei Municipi

Mercoledì vi sarà (forse) l'ultima tappa della discussione in I Commissione del Medioponente su le due Mozioni da me presentate in merito alla Riforma dei Municipi.

Rispetto alla versione inizialmente depositata vi son state numerose modifiche, ma non stravolgimenti, sono state principalmente tolte alcune cose troppo "eccentriche", alcuni cambiamenti per avvicinarsi al sentire trasversale e molte migliorie.

A Novembre avevo pubblicato qui le mozioni e relativa spiegazione.

Aggiungo a fine post il link alle mozioni, nella ultima versione utile, comunque non ancora definitive e per chiarezza c'è da sapere che, se approvate in Commissione, dovranno pur essere approvate dal Consiglio Municipale e a quel punto non saranno norma comunale, ma solo una proposta del Medioponente al resto della città, so però che anche altri Municipi stanno lavorando a proposito.

Mozione su riforma dei Municipi Mozione più generale che promuove un percorso per elaborare in tempi certi una riforma nel campo delle deleghe e l'amministrazione, e nel campo istituzionale ed elettorale;

Mozione su riforma del sistema elettorale dei Municipi Mozione specifica sulla riforma istituzionale ed elettorale dei Municipi, poiché l'attuale sistema non è in grado di affrontare il mutato contesto politico e presenta altri difetti a cui è necessario porre rimedio, ma in questa proposta si va anche oltre volendo dar nuovo protagonismo ai Municipi e allargando l'elettorato a migranti e sedicenni.

P.S.: I simboletti a lato, nei due documenti della mozione, sono a segnalare le parti modificate nel corso della discussione.

P.P.S.: Approvate quest'oggi entrambe le Mozioni, con maggioranze diverse.
Trovate qui il testo definitivo della "Mozione su riforma dei Municipi",
mentre il testo della "Mozione su riforma del sistema elettorale dei Municipi" è disponibile qui.

Alberto Spatola, il Consigliere del MedioPonente
 
 

 

mercoledì 25 novembre 2015

Riforma dei Municipi di Genova. Ri-Forma che è anche Ri-Sostanza.


Quest'oggi presenterò in Commissione I (prima) del Municipio Medioponente due mozioni.

La prima più generale su una riforma di tipo istituzionale dei Municipi genovesi.
La potete leggere qui.

La seconda invece specifica sulla riforma del sistema elettorale dei Municipi.
La potete leggere qui.
Volendo ho anche preparato delle slide esplicativ-divulgative che potete vedere qui.

Sono molto più di semplici proposte di Riforma, come detto, sono sostanza!

Sono due mozioni separate, ma collegate. La prima è soprattutto di metodo, chiedendo a gran voce che i Municipi vengano riformati, altrimenti è meglio chiuderli, dando nuove competenze e che questo cambiamento sia guidato dal basso, non da qualche ufficio senza consenso politico.

Per dimostrare che questa riforma si può fare e che i Municipi sono pronti ad avanzare idee, e non solo mugugni, si propone come riformare l'attuale sistema elettorale, "il colabrodum", perché fa acqua da tutte le parti. L'attuale sistema piega le istituzioni ai Partiti e agli accordi, col rischio di rendere i Municipi, istituzione più prossima, ingovernabile e schizzofrenica.

Nel concreto si chiede che vengano date ai Municipi le competenze già previste dallo Statuto del Comune di Genova, ma che non sono in grado di svolgere per mancanza di fondi.
Per esempio rafforzare le aree tecniche, che quando si rompe una finestra in una scuola o in un asilo è un dramma capire chi riesce e deve ripararla.
Per esempio, vista la mancanza cronica di risorse, fare un regolamento comunale del volontariato, chiaro e semplice, che consenta ai cittadini di aiutare i Municipi in opere di piccola manuntenzione, cosa spesso difficile da portare avanti per problemi burocratici. Nel Medioponente lo abbiamo provato per la pulizia dei rivi, tema fondamentale.

Chiediamo poi che il sistema elettorale sia uno strumento di democrazia e non di spartizione del potere (per cui provate a leggere e non a sbuffare pensando che sia solo politichese) quindi si propone:
- possibilità di voto a tutti gli immigrati con permesso di soggiorno, e possibilità di voto per i sedicenni.
- Doppia preferenza che sia uomo/donna, come è già ora per i Comuni, perché non c'è migliore cambiamento di quello di una onda rosa nelle istituzioni!
- Elezione diretta del Presidente di Municipio, com'è adesso per Sindaco e Presidente di Regione (quindi con voto disgiunto, ma in questo caso con schede separate).
- Premio di maggioranza che tenga conto dell'affluenza, perché va bene governare, ma qualcuno si deve pur rappresentare!
- Introduzione di un limite di mandati non solo per il Presidente, ma anche per i Consiglieri. Tre mandati e poi ci sono tanti giovani attivi nei quartieri che possono dare il loro contributo.
- Diminuzione dei Consigli municipali da 24 a 19 membri, in linea con le diminuzione avvenute per i Comuni.
- Basta coi ribaltoni! Possibilità di sfiduciare il Presidente solo e soltanto se si ha un nome alternativo, invece di fare i congressi di Partito nei Consigli sulle spalle dei cittadini.
E molto altro ancora più in dettaglio che potete vedere nel testo integrale.

Ritengo che sia un tema fondamentale, da cui dipenda il futuro della città.
Alle scorse elezioni, del 2012, per i Municipi e il Comune di Genova ci son state due novità fondamentali: una maggioranza in Comune trainata dalla "sinistra arancione" e i tanti giovani nei Municipi, premiati da molte preferenze, portatori di una forte carica innovatrice.
Io penso che questi giovani siano stati o cooptati o isolati (per quanto mi riguarda hanno provato a cooptarmi e infine isolato) e che la "sinistra arancione" almeno a Genova stia faticando di fronte alla sfida del governo.
Molto è dovuto ad errori delle sinistre e dei giovani, ma il vero limite è la macchina del Comune, anche quella istituzionale.
Per cui riformarla è una questione di sostanza, non fuffa!

Disponibile ad ogni tipo di confronto sul tema, di chiarimento e aggiornamento.

Grazie se avete letto fino a qua!

Alberto Spatola, il Consigliere del Medioponente


mercoledì 4 novembre 2015

Giovani e Genova. Non chiedeteci di restare, andate voi in soffitta.

Ieri su Primocanale si chiedeva ai giovani di non scappare da Genova, ma di cambiarla.
Insomma di votarsi ad una causa persa, sacrificando se stessi in una città bella, ma...
Perché adesso questa chiamata, sempre solo quando si balla sul baratro dell'emergenza, reagendo così in modo scomposto, spingendoci ancora un po' più giù, Perché?
Ai giornalsti piacerà il pathos, la storia, la lotta, ma questa città chiede di non essere svegliata, vuole i giovani per pulire le cantine per la prossima possibile alluvione, ma se i primi e i secondi erano "angeli del fango", i prossimi saranno simbolo di disperazione di una città immobile che vede il futuro come un fastidio, il presente come uno ostacolo, il passato come rifugio.
Questo non vuol dire darsi al disimpegno e girare le spalle alla nostra città, ma essere realisti, e non chiedere ai giovani genovesi di spendersi per cause superiori destinate a bruciare le speranze e le vite.
Smettiamola di fare appelli vuoti, generazionali, che nascono dall'inconscia voglia di scaricare le colpe su chi se ne va, ma presentiamo progetti e idee per Genova che possano impegnare i nostri tempi liberi, unire utile e dilettevole.
Perché salvare Genova deve essere un passatempo, non di più, non un "lavoro" visto che dopo poco questa città ti metterà in cassa integrazione, licenzia.
E se vogliamo trovare un nemico per ragioni sceniche, teatrali, non ammoniamo chi se n'è andato da Genova e l'Italia o sta per farlo, ma quel tappo, quella crosta, peggio della macaia, che copre Genova, fatta di vecchi dinosauri, ma non solo, e se non vogliamo mandarli in cantina, che è allagabile, mandiamoli in soffitta.

Alberto Spatola

martedì 20 ottobre 2015

Sono un abusivo, dimissioni dal Partito.

Questa la lettera che ho oggi presentato in Assemblea PD Genova:
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Sono un abusivo.
Sono un abusivo perché ormai senza casa politica, di fronte agli sconvolgimenti delle ultime regionali ho detto che i dubbi sono il metro del mio pensiero.
Poi ho iniziato a far chiarezza cogliendo l'opportunità di una distanza voluta e ora ricercata.
E mi è chiaro come il PD sia un Partito ormai perso e che a sinistra non sta nascendo nulla di utile, quindi, come avrei voluto fare durante la campagna elettorale, è arrivato il momento che mi dimetta da organi che sto occupando abusivamente essendo ormai senza casa politica e avendo preso una decisione chiara col voto di Maggio: non aderire ad altri soggetti, ma scegliere liberamente, senza appartenenze.
Mi sono illuso che questa mia voglia di libertà potesse essere contagiosa e facesse nascere una rete di indipendenti di centrosinistra che anteponessero Genova ai giochi di palazzo, alle sigle.
La città declinante prima del palazzo marcio, sarebbe arrivato il momento di pensare a Genova, Ora Genova, ma siamo invece sempre più condannati alla dittatura del presente, alla mancanza di prospettiva, sempre più intenti a costruire carriere e accordi, invece che popolo e idee.

Per cui formalizzo le mie dimissioni dalle Assemblee provinciali e regionali del PD di Genova e Liguria, le mie dimissioni dal direttivo del Circolo PD di Sestri Ponente e comunico che non rinnovo la tessera dell'anno 2015.
Rendo noto il fatto, per iscritto, al Segretario, del territorio di Genova, Alessandro Terrile.
Chiedo che comunichi, a chi di dovere, per quanto compete l'assemblea regionale e il direttivo del PD di Sestri Ponente, mettendo a conoscenza gli iscritti ai Circoli PD di Sestri e Cornigliano.

Da ultimo mi sono definito un "attivista a chiamata" che sogna di mettersi in proprio.
Il mio impegno sarà in questo senso: spendermi per singoli progetti che valgano la pena. L'ultima "chiamata" a cui devo, con piacere, ancora rispondere è quella di 413 cittadini del Medioponente che mi hanno eletto Consigliere di Municipio votando me e il Partito Democratico.

Per questo continuerò a svolgere il mio compito di Consigliere nelle file del gruppo del Partito Democratico del Medioponente, da indipendente, e continuerò a contribuire economicamente al Partito con la parte di "gettone di presenza in Consiglio" che gli spetta come accordato nel 2012.

Sempre che questo sia accettato, perché come si può capire di fare l'abusivo non ho nessuna intenzione, per cui mi si faccia sapere chiaramente se un battitore libero è sopportato, io non ho remore ad allontarmi ancora un po'.

Questa politica non offre possibilità di cambiamento e azione: è speculazione finanziaria fatta consenso, in cui ognuno mi dice di fare carriera o di provare a cambiare le cose, e quando chiedo come, mi si inizia a parlare di "presidiare il fortino" o di "fare le scarpe" a qualcuno. 
Preferisco rimanere coi piedi per terra, con le mie scarpe e non essere più un abusivo.
Così senza tetto per essere capace di guardare il cielo.
L'ultima volta che l'umanità il cielo lo ha guardato è andata sulla luna.
Quando torneremo a farlo anche noi?
Io ora.

Alberto Spatola

sabato 6 giugno 2015

Scommessa persa, Ora Genova!

Le analisi si sprecano, i litigi da asilo anche, insomma la bruttissima campagna elettorale ligure sta proseguendo sotto nuove forme ancora più acide e sterili dovute al fatto che ormai le urne sono chiuse e la cruda realtà si presenta sotto forma di dati assoluti e percentuali, ma alla fine non è molto diversa da quella che si respira per strada.
Io ho fatto una scommessa, un salto fuori dal cerchio, ho votato Rete a Sinistra, e quella ha perso, non miseramente, ma ha perso.
Non ci voleva un esperto per capirlo, bastava seguire le ultime settimane di campagna, molti come me, di fronte alla sfaldamento generale, si sono rifugiati in un voto personale, ma di progetti politici per la regione non se ne sono visti.
Tutto è stato un enorme concorso di bellezza, un carrozzone di proclami e collocamenti politici nazionali, ha vinto nelle urne quello più aggressivo e unitario, e come al solito ha vinto il “fuori urna”, l'astensionismo, quasi il primo “partito” in assoluto.
Quel che sarebbe servito era un progetto per la Liguria e per il suo capoluogo, Genova.
Perché è il momento di pensare meno alle etichette e più alla città: ora Genova!
C'è un filo rosso nel centrosinistra, anzi un intreccio di diversi colori, fatto di persone che a volte non votano, che restano intorno al PD e alleati se questi sanno produrre qualcosa di nuovo e promettente, come per esempio è apparso Doria nel 2012, ma che se la proposta di centrosinistra non è indipendente dai soliti giochi di potere votano altrove, magari i 5 Stelle, oppure Musso, e se hanno pelo sullo stomaco si rifugiano sempre nel solito voto, tra mille disillusioni e alla ricerca di una buona preferenza da dare. Qualcosa di molto simile a “Fantozzi al voto”.
A questi indipendenti di centrosinistra bisogna dar voce non con una rete di interessi e personalismi, ma con un progetto per Genova!
Indipendenti perché mettiamo la città al primo posto, di centrosinistra perché sappiamo che bisogna uscire fuori da una politica fatta di egoismo, malaffare e concentrata solo sul presente, e invece dobbiamo portare avanti un ABC semplice e chiaro: Ambiente, Benessere e Chiarezza delle regole.
Ambiente perché serve un piano di sicurezza del territorio, non bastano alcune infrastrutture fatte con mille ritardi, ma un forte sostegno al lavoro e a reti d'imprese al fine di investire sul nostro verde in maniera utile a tutta la città e la sua qualità, Benessere perché Genova e la Liguria sono tra le parti d'Italia col peggiore servizio per i pendolari, perché Genova è la città più vecchia d'Italia, ma si continuano a smantellare i servizi alle persone e ogni discorso sul trasporto pubblico locale diventa una trincea tra pubblico e privato, senza accorgersi che abbiamo perdite in società come “Genova parcheggi” che dovrebbero avere insegne d'oro, grazie alle strisce blu e invece hanno i conti in rosso, per cui sarebbe l'ora di riordinare Genova e le sue “partecipate” pensando al servizio e alle persone, Chiarezza delle regole perché non possiamo avere 9 Municipi che servono solo come parafulmine politico e amministrativo per Palazzo Tursi e nessuna chiarezza sul chi ha responsabilità tra uffici e politici, perché è grazie a questa confusione che nasce l'abusivismo, le mafie proliferano e di riflesso fanno breccia le “ruspe leghiste” che colpiscono i deboli (colpevoli e non colpevoli) e fanno finta che le mafie non vi siano (ROMeridionali penseranno), quando invece “basterebbe” chiarezza e rispetto delle regole.
Io voglio portare avanti questo progetto, penso che ora sia il momento per Genova.
L'altra sera in quel di Lubiana durante una cena da me preparata ci siamo confidati tra Erasmus italiani, che ci era venuta voglia di scappare all'estero, ma ora che si avvicina il ritorno a casa, sta salendo la voglia di lottare in Italia.
Lo stesso è per me, e vorrei portare avanti un progetto capace di riportare a Genova ragazzi e ragazze andati via e attirare anche nuovi talenti.
Per cui non mi importa delle possibili epurazioni, assemblee in corso, cantieri per nuove sinistre (come sempre al plurale senza pluralità), quando tornerò troverò il modo di incontrarmi con tutte le persone, gli amici con cui ho condiviso momenti di vita politica e non solo e deciderò come portare avanti al meglio un progetto indipendente di centrosinistra per Genova, perché ora Genova!

Alberto Spatola

domenica 24 maggio 2015

Al voto! Con Luca Pastorino e Marcello Napoli

Luca Pastorino
Più che un voto sarà una zingarata per me.
Verrò giù apposta dalla Slovenia per votare, affitterò una macchina e darò mille passaggi in "bla bla car".
Per cui la domanda è chi me lo fa fare?
Luca Pastorino che è candidato Presidente della Liguria e Marcello Napoli candidato al Consiglio regionale per "Rete a Sinistra" potrei rispondere brevemente, ma c'è di più.
Per la prima volta mi ritrovo a votare al di fuori del recinto democratico.
Per un iscritto da oltre 7 anni e rappresentate nelle istituzioni del PD, da quasi 3, non è cosa semplice e la scelta è ponderata, e ponderato è il fatto di renderlo pubblico.
Penso che due persone come Luca e Marcello meritino il mio pieno sostegno, perché per me politicamente son come un fratello maggiore e uno zio, con cui ho condiviso tante avventure umane e politiche e anche qualche divergenza.
Sono due calciatori, e pur non avendoli mai visti giocare, me li immagino aggueriti, pieni di stile, abilità tattica e con l'incredibile capacità di rassenare il peggior clima da spogliatoio, per cui per me, portiere sgraziato nel calcio a 5 (più facilmente 4) del giovedì sera, sono spesso un modello, quel sorriso, humour e parlata silenziosa, a volte un po' mangiata, che li fa subito essere amici.
Sono poi espressione di "Rete a Sinistra", un laboratorio politico su cui ho dubbi, l'ho visto da vicino e ne conosco i protagonisti, ma che penso meriti più di un voto, insomma una bella scommessa su cui è giusto e doveroso puntare, perché la nostra Liguria ha bisogno di onestà e di un progetto con tutti gli occhi sul territtorio e non soltanto gli accordi di potere, perché il PD, in particolare in Liguria, è sempre più "il potere per il potere".
"Rete a Sinistra" ha saputo mettere in campo molte candidature valide a cui mi dispiace non offrire altrettanto sostegno, ma qualificano un progetto che è di squadra, anzichè la solita guerra tra bande delle preferenze, una battaglia solitamente piena di codici d'onore e sgambetti a cui nel 2012 avevo preso parte con le municipali e che spero di aver portato avanti con lealtà e correttezza.
C'è un capolista, Gianni Pastorino, che si è presentato subito a me con un difetto evidente, essere compagno di classe di mio padre #SiScherza, ma con cui ho avuto modo di parlarci e ho colto una solida preparazione politica e capacità di analisi che, in un mondo sempre più di improvvisati, fanno emozionare.
C'è un Consigliere comunale, Enrico Pignone, con cui condivido l'amore "Borselliniano" per Sestri Ponente ("Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare." P.Borsellino) e che è tra i più efficaci nel spingermi tra le braccia di un nuovo soggetto politico dicendomi che c'è bisogno di gente come me.
E ci sono molti altri in "Rete a Sinistra" che conosco o che conoscerò.
Infine so che alcuni di coloro che mi seguono hanno un certo ritegno nel votare "Rete a Sinistra" per cui avrei altri consigli, ma in ogni caso il mio candidato Presidente è Luca Pastorino.
La "Lista Pastorino" in cui c'è candidato Gianpy Malatesta, un amministratore "pane al pane e vino al vino" che sa appassionarsi come non mai e che sto seguendo da Lubiana sui social network con enorme piacere, perché so quanto sia travolgente.
E poi per chi è ostinato a votare PD il mio parere è che la preferenza sia da dare a Sara Di Paolo, con questa campagna elettorale sta conducendo un "viaggio ligure" alla ricerca di energie da liberare, un messaggio positivo e di speranza, che in un PD ligure ancorato in queste regionali alla logica del "meno peggio" fine a se stessa risulta una vera perla rara.
Marcello Napoli
So che arriveranno le critiche e i veleni da corridoio politico con questa mia dichiarazione di voto, ma la mia è una dichiarazione estremamente personale, di fiducia, fatta col cuore. Perché in sette anni di esperienza politica ho imparato, che di strateghi, di proclami e collocamenti ideologici fini a se stessi non ci si può fidare e spesso offrono profonde delusioni. Io non voglio essere tra chi delude, spero di non starlo facendo adesso e son pronto a discutere e a confrontarmi (ne ho un gran bisogno) con chi volesse.
Grazie e buon voto!

Alberto Spatola

venerdì 8 maggio 2015

Lettera ad una sinistra nascente. -Di proclami mi sono rotto le scatole, voglio una utopia concreta-

Lettera ad una sinistra nascente suona un po' come scarpe rotte eppur bisogno andar.
Ma qui il tema non è se si deve andare, camminare, questo è fuori di dubbio, la questione è verso cosa, visto che di certo non miro alla rossa primavera.
Perché se no è camminare alla ceca, sballotati da avversari abili nel traccheggiare in questa epoca di cambiamenti, invece la sinistra ha bisogno di una "utopia concreta" in grado di farci trovare la strada.
Lei è all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare. [Eduardo Galeano]
Prendendola alla lontana abbiamo bisogno di mettere in soffitta molto del nostro passato e sapere fare una sintesi positiva per il futuro.
Penso che la grande tragedia del secolo scorso sia stata il divorzio tra libertà e giustizia. Una parte del mondo ha sacrificato la libertà in nome della giustizia, e l'altra parte ha fatto l'opposto. [...] Ricucire quel legame rappresenta la grande sfida di questo nuovo secolo. [Eduardo Galeano]
Giustizia e Libertà verrebbe da dire in maniera semplice e nostalgica guardando agli anni '40-'50, guardano a quel secondo dopo guerra, le cui scelte a sinistra, hanno condannato l'Italia all'immaturità politica e non solo. Ma se la sinistra vuole avere un futuro non deve mettersi a rincorrere nè le rosse primavere come vorrebbe qualcuno, nè il Partito d'Azione come vorrei io.
La sfida è più grande delle nostre etichette e ha bisogno di sforzi trasversali, una federazione chiara negli intenti e nei programmi ed elastica nelle categorie, perché non abbiamo bisogno di una nuova gabbia, per alcuni più piccola, per altri più grande, ma di un nuovo campo da arare (verrebbe da dire "da costruire", ma tra i chiari intenti e programmi ci vuole il cemento zero, per cui il campo lo ariamo, anche perché il campo c'è già).
Passando alla pratica dobbiamo già ora chiarire che dobbiamo sconfiggere i crescenti nazionalismi ed egoismi, ponendoci in un ottica europea e quindi interrogarci sulla collocazione in EuroParlamento. Nella GUE -sinistra europea-, per poi chiederci i danni di guerra l'un l'altro? No, grazie. Sembra questione di poco conto, ma SEL si è spaccata anche su questo, al netto dei trasformismi alla Migliore, c'è anche stata una lettera di Fava che solleva molti dubbi ancora attuali, e che posso fare miei nei confronti della "sinistra nascente".
La scelta, per me, non è tra la rassegnazione a una deriva minoritaria in cui non mi riconosco più e l’adesione a un’altra forza politica (il PD ndr): esiste anche il primato della propria coerenza e soprattutto della propria autonomia. Senza alcuna subalternità nei confronti di nessuno. [Claudio Fava]
E a proposito di coerenza ieri Civati citando Piero Gobetti e uscendo dal PD ha detto una cosa ineccepibile.
[...] si può coltivare la coerenza come voleva Gobetti (vero antidoto per lui al potere per il potere), si può banalmente fare quello in cui si crede, che si sente profondamente. [Giuseppe Civati]
E qui si apre un altro tema enorme, molto più vicino a quello che posso far io e a quello che decreterà se la "sinistra nascente" avrà un futuro.
Come evitare che la "sinistra nascente" sia l'ennesima formazione percepita, con gran ragione, come coaugulo di "potere per il potere", per Gobetti, come abbiamo visto, si deve coltivare la coerenza, secondo me non basta.
Ci sono di mezzo due ostacoli, uno è lo studio, la formazione, perché solo una cultura profonda può consentire di coltivare una coerenza sincera e per questo la "sinistra nascente" dovrà afferrare tra le mani meno bandiere e più libri, fare meno petizioni su internet e scaricare più ebook.
L'altro ostacolo sono le persone, gli abitanti della sinistra.
Gli abitanti della sinistra sono divisi in tre categorie a mio parere: gli ideologi, gli strateghi, i costruttori.
Gli ideologi son quelli che aprono per primi il banchetto, che però ha portato un altro compagno, son quelli che parlano più forte e in maniera più radicale, sono i puri che epurano, hanno strani innamoramenti, si dicono da sempre nel movimento, ma hanno provato a candidarsi sempre in liste diverse, qualche volta sono stati eletti e hanno fatto solo del casino.
Gli strateghi son quelli che fanno discorsi vuoti, ma che appaiono pieni di significato, son quelli che hanno la parola d'ordine per far scattare l'applauso quando la riunione va per le lunghe in modo tale che poi in un'altra stanza siano loro a decidere mentre gli ideologici gli danno le pacche sulle spalle, sono quelli che se si aprono un po' scopri che sono più di destra di Renzi, anche, se non soprattutto, nei metodi, e son finiti a sinistra perché isolati e scartati a buon ragione e ora coltivano con morbosità sogni di gloria in partiti piccoli che cercano di ritagliare sulla loro misura, grazie al supporto degli ideologici, che essendo solitamente di età avanzata, riflettono la loro voglia di carriera su questi strateghi.
Se beccate un giovane ideologo è la fine, brucerà tutta la buona militanza intorno a se come un piccolo Stalin di quartiere che gioca alla Siberia, perché solo questo sanno fare giocare, vorrebbero essere degli strateghi, ma sanno fare soltanto sermoni fumosi e polverosi, dopo poco lo capiranno e si metteranno al fianco di uno stratega da pochi soldi divenendo dei lacché bavosi.
Infine i costruttori che sono la maggioranza relativa solitamente, ma devono scontrarsi con l'arroganza degli altri due gruppi e i dubbi dovuti alla volontà di costruire una sinistra di governo pronta ad interrogarsi sul come mettere in pratica i propri principi.
Sono solitamente molto diversi tra loro i costruttori perché sfuggono alle etichette e hanno un background anarchico, pur capendo che il mondo è ben lontano dai sogni libertari e quindi i costruttori soffrono, hanno le facce contrite durante le assemblee e riescono a sorridere grazie ai loro hobbies e guardando alle singole persone.

Se vogliamo dar vita alla "sinistra nascente" dobbiamo aiutare i costruttori ad aver coraggio perché questo è il loro momento. Mettano nel dimenticatoio strateghi e ideologici, solo così potremmo mettere da parte le logiche da sommatoria, stile Sinistra Arcobaleno, e il senso di inutilità che ora la sinistra offre all'elettorato che vede in essa l'ennesima formazione di potere per il potere e molto spesso in preda all'incoerenza.
Tutte quelle citate per me sono precondizioni perché si possa scomettere un cent sulla "sinistra nascente" che se avverranno potrebbero mettermi nelle condizioni di dare il mio contributo.
Altrimenti è meglio studiare aspettando tempi migliori. Perché abbiamo bisogno di nuove proposte, di nuovi programmi, di una nuova "utopia concreta", poi i leader arriveranno, anche in maniera inaspettata come in Viva la libertà -Il trono vuoto-, invece di proclami e di giochi di potere ci siamo rotti le scatole, di fare altre battaglie congressuali, nel cortile dietro casa mi sono rotto le scatole.

Alberto Spatola