mercoledì 5 settembre 2012

Frattocchie 2.012, la risposta PD a Grillo? #Mancheno

Attestato di partecipazione a Frattocchie 2.012
Se avete visto il programma di Frattocchie 2.012 avrete avuto l'impressione di una sequela conferenziera con la ricerca del nome ad affetto come Frecciero e Gianni Riotta, l'ex direttore del Tg1 che ora propaga banalità con quella boriosa posizione nazional popolare che lo rende il "ben pensante dalla parte giusta".
Però il programma è stato stravolto.
Riotta è rimasto, facendo il suo "speech" via Skype perché è "cool", mentre Frecciero niente.
Ma è la parte meno acclamata di Frattochie 2.012 che ha riservato le sorprese più interessanti.
Tutti gli interventi sono stati di livello e, nonostante la mia pigrizia e il mio basso livello di concetrazione, mi hanno fatto produrre una buona dose di appunti utili, facendomi inaugurare l'app "Evernote".
La sala dove si sono svolte le conferenze
Temi estremamente centrati rispetto al tema della tre giorni: dai motori di ricerca, il CEO, con un livello di dettaglio anche sui metodi di scrittura, a come saper "ascoltare" il web 2.0, passando per l'universo dei social network da quelli più classici a quelli emergenti e che presto ci travolgeranno, (parola di Michele Vianello, uno dei migliori oratori) infine il Sabato si è chiuso con una sagace carellata dei diversi modi in cui i partiti (dal PD al Pirate Parti) e i candidati (da Obama ad Hollande) si sono e si approcciano alla rete.
Ma il vero fulcro di questa scuola di partito è stata la simulazione di campagna elettorale: due gruppi, armati di computer, efficente (non troppo) wi-fi reggiano, tanti hastag e contatti e idee brillanti hanno affrontato l'esperimento con l'obiettivo di pubblicizzare i contenuti della Carta d'intenti di Bersani, che quel covo di Bersaniani si ostinava dire essere del PD.
Il cimento nei meandri delle difficoltà di gruppo e dei social network ha portato un gruppo ad azzardare lanciando la falsa candidatura del trentenne Peppe Maiello ottenendo risultati strabilianti, il candidato che aveva adottato come programma la carta d'intenti di Bersani con lo slogan, divenuto hastag, "xpassione", è stato l'idolo del web per due ore ottenendo l'onore delle cronache anche di giornali online, quali la Repubblica.it di Napoli, grazie ad un sapiente  "sfruttamento" degli influecer che si sono poi assai risentiti per la presa per il naso.
Mentre l'altro gruppo (di cui facevo parte) in maniera meno originale, ma comunque brillante ha prodotto contenuti in grado di veicolare le parole chiave della carta d'intenti di Bersani attraverso l'hastag #mancheno.
Il confronto tra i due gruppi è sorprendente, il primo ha mobilitato in poche ore un enorme fuoco di paglia che ha suscitato condivisioni, commenti: una valanga, l'altro come un lento vecchio diesel ha carburato a fatica, proponendo però prodotti di qualità, mano a mano sempre più apprezzati, condivisi e ripresi in rete. Due tecniche completamente differenti che mi hanno fatto riflettere sulle enormi potenzialità della rete, che da piccolo e faticante blogger non potevo immaginare, e sulla ben poca sacralità del mezzo: se fino a qualche anno fa sognavo una catarsi globale grazie al web, con Frattocchie 2.012 ho seppelito questo sogno adolescenziale, sperando di non invecchiare tutto di colpo.
La rete è solo un mezzo che consente di gestire le informazioni e le disinformazioni (almeno queste) in modo orizzontale, un potente mezzo che, usando le parole di un assistente de la Clinton "In quest'epoca chi ha la mania del controllo è spacciato"... non ditelo a Melvin!

Alberto Spatola

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*Presto capirete perché dovrete "piantarla"...
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